“L’arte della gioia” è il capolavoro letterario della scrittrice, sceneggiatrice e attrice catanese Goliarda Sapienza che si annovera fra le penne più importanti del Novecento. In pochi giorni, nelle scorse settimane, il centro storico catanese è divenuto set cinematografico della fiction ispirata al celebre romanzo della Sapienza, diretta da Valeria Golino. Scopriamo di più di questo progetto.
“L’arte della gioia ” di Goliarda Sapienza
“L’arte della gioia” ha una storia editoriale particolare: terminato nel 1976 è stato pubblicato vent’anni dopo. In particolare, la prima parte fu pubblicata nel 1994. Nessun editore sembrava interessato a questo testo ritenuto “scomodo”. La Sapienza era già morta quando lo pubblicarono grazie all’impegno del marito Angelo Pellegrino. Il libro venne stampato in pochi esemplari da Stampa Alternativa nel 1998, ma soltanto quando uscì in Francia e in Germania, riscuotendo grande successo, la scrittrice ricevette il giusto riconoscimento. Oggi è tradotto in nove lingue, compreso il coreano.
Si tratta di un’opera scandalo molto composita: è un’autobiografia immaginaria della scrittrice catanese, ma anche un romanzo d’avventura, un romanzo di formazione, un romanzo erotico, politico, e psicologico. E’ stato definito una sorta di “anti-Gattopardo“.
Protagonista è Modesta/Goliarda, seguita nel suo iter dall’infanzia fino all’età matura, in una vicenda che si snoda lungo il corso del 1900 per tre generazioni tra pubblico e privato. Il romanzo presenta una struttura ad anello. E’ inoltre diviso in quattro parti, composto da 540 pagine rese vive dai molteplici personaggi, dal contesto della Sicilia, da peripezie, inganni, amicizie, odi, amori, schioppettate, passioni, vendette, lutti e sofferenze. Il tutto presentato con argomenti, stile e un linguaggio altamente innovativi.
Alcune note su Goliarda Sapienza
Goliarda Sapienza nacque a Catania da famiglia socialista rivoluzionaria. La nonna paterna era vivandiera per Garibaldi, la mamma, Maria Giudice, fu prima dirigente donna della Camera del lavoro di Torino, direttore del “Grido del Popolo”, vedova con sette figli. Fu arrestata più volte. Addirittura, quando era incinta di Goliarda si trovava gli arresti domiciliari. Il legame fra le due è fortissimo e determinante.
Il padre, Giuseppe Sapienza, anarchico socialista, soprannominato l’”avvocato dei poveri” , molto amato perché solidale con la massa popolare. Amava godersi pienamente la vita.
I genitori le misero il nome del fratello maggiore morto per mano della mafia. Era stata segnata da questo fatto, da lutti dei fratelli e dalla malattia.
A partire dai sedici anni visse a Roma, dove studiò all’Accademia di Arte Drammatica. Goliarda recitò come attrice di teatro e di cinema neorealista lavorando, tra gli altri, con Luchino Visconti, Alessandro Blasetti e Citto Maselli, Luigi Comencini. Dopo aver accantonato l’interesse per il teatro e per il cinema Goliarda si dedica alla scrittura, vista come valvola di sgogo, motivo vivificante ma anche causa della sua povertà.
Al suo primo romanzo, Lettera aperta (1967), seguirono Il filo di mezzogiorno (1969), L’Università di Rebibbia(1983), Le certezze del dubbio (1987) e, postumi, L’arte della gioia (Stampa Alternativa 1998 e Einaudi 2008 e 2009), Il destino coatto (2002), Io, Jean Gabin (2010), Il vizio di parlare a me stessa(2011), La mia parte di gioia (2013), la raccolta poetica Ancestrale(2013), Elogio del bar (2014), Tre pièces (2014) e il romanzo Appuntamento a Positano (2015).
E’ insieme a Sibilla Aleramo la più trasgressiva e avanguardista scrittrice del Novecento.
La figura innovativa di “Modesta”
Protagonista del capolavoro della Sapienza è Modesta, sia alter ego che “figlia” della scrittrice. Il nome della protagonista è modellato in maniera antifrastica: lei è tutto fuorché Modesta: intelligente, impavida, provocatoria, coraggiosa, spregiudicata. Modesta è una donna che vita costantemente fuori dall’ordinario; una figura contraddittoria, con un’anima frastagliata. Lei la vita se la mangia. Fa e prende ciò che desidera. Vuole la libertà coltivando l’egoismo. Modesta non sta a guardare passivamente la Storia ma la fa, mettendosi in prima linea. Ella la attraversa vivendo intensamente l’affermazione del Fascismo fino agli anni Settanta, vivendo il dramma del Secondo Conflitto Mondiale, la successiva ricostruzione e il boom economico. Su questo sfondo hanno largo spazio i fenomeni del Femminismo, dei sindacati e le mosse della politica.
Modesta/ Goliarda e il rapporto con la Sicilia
Nata il primo gennaio del 1900 in una casa povera, in una terra ancora piú povera, ma fin dall’inizio consapevole, con il corpo e con la mente, di essere destinata a una vita che va ben oltre i confini della sua condizione Modesta si mostra subito come un personaggio eccezionale che fa i conti con la sofferenza e durezza della vita. Grazie alle sue doti riesce a compiere un’importante scalata sociale. Vive l’esperienza dello stupro, del matrimonio, della maternità, della guerra, del carcere, dell’amore per una donna, e altre vicende. E’ colei che “sfida pregiudizi, regole e convenzioni in una continua lotta all’autodeterminazione”.
Modesta, non si piega a nulla, lotta contro tutti e contro tutto, è il riscatto della Donna Siciliana nella prima metà del 900, è un simbolo della nostra Isola, con cui intesse una relazione ancestrale.
La fiction diretta da Valeria Golino
Proprio nella settimana precedente al Natale, il centro storico di Catania, è diventato un vero e proprio set cinematografico per la realizzazione della serie televisiva “L’arte della gioia”, diretta e interpretata dalla regista e attrice Valeria Golino, una delle più affermate interpreti del cinema italiano e internazionale. La Golino, in collaborazione con Francesca Marciano, Valia Santella, Luca Infascelli e Stefano Sardo, ha voluto girare proprio a Catania per respirare l’aria di quei luoghi descritti in maniera così vivida nelle pagine della scrittrice conosciuta nei primi anni della sua carriera.
Nei giorni trascorsi sul set, la Golino ha espresso il suo particolare apprezzamento per una città meravigliosa, che ha avuto modo di conoscere e visitare in più occasioni. Valeria Golino ha ringraziato l’amministrazione per la calorosa accoglienza e, insieme con la direttrice di produzione Daniela Moramarco, per il supporto fornito alla troupe.
Questa produzione segna il debutto dell’attrice alla regia. Le altre scene della fiction si gireranno a Palermo e Bagheria.
Si tratta di una produzione Ht Film per Sky; sarà trasmessa nei prossimi mesi del 2023 su Sky e Now.
I luoghi della fiction
Catania è stata trasformata in un set a cielo aperto. Tante sono state le produzioni nazionali e internazionali che nel corso del 2022 hanno scelto la città etnea come set. Le riprese della fiction tratta dal romanzo di Goliarda Sapienza sono state realizzate anche con la collaborazione della Catania Film Commission del Comune.
Le riprese sono avvenute nel centro storico e in particolare in: piazza Dante, piazza Asmundo, piazza Duomo, porta Uzeda, cortile del palazzo Sangiuliano, cortile di piazza Università, via Crociferi- dove è stato approntato un grande mercato all’aperto con prodotti tipici, banchi di frutta e verdura ed è stato reso ancor più evidente il tipico basolato lavico etneo ricorrendo alla sabbia lavica delle scorse eruzioni e anche la scalinata Alessi, tutti luoghi rappresentativi del nostro patrimonio storico-artistico e architettonico.
Impegnati nelle riprese oltre 100 figurazioni, donne e uomini in abiti d’epoca, automobili antiche, carrozze e cavalli.
Un’occasione per Goliarda e per Catania
Si tratta dunque di un’importante produzione che valorizza il grande talento della nostra Goliarda Sapienza, facendola conoscere a un pubblico ancora più vasto ma anche un’ importante vetrina per la nostra città grazie alla bellezza e particolarità del suo Barocco e della sua vocazione letteraria e teatrale.