Non esiste dolore umano più straziante del lutto. Niente è più terribile della perdita di un caro. Tuttavia, ogni lutto si può e si deve superare e per farlo bisogna accogliere tutto l’aiuto che si può ricevere, anche dai libri. Oggi con ItCatania.it conosciamo l’esperienza di Filippa Coco.
Filippa Coco: “l’alchimista dei ricordi”
Filippa Coco nasce a Giarre, provincia di Catania, nel 1958. Dopo alcuni anni dalla scuola dell’obbligo, frequenta i primi tre anni della Scuola Professionale-Statale, Lucia Mangano, conseguendo il diploma finale di sarta per donna. Molti anni dopo il matrimonio, e dopo essere diventata madre, nell’anno 1994/1995 dopo un lungo periodo di stasi, inizia a frequentare dei corsi formativi, alcuni attinenti alla psicologia. Nell’anno 2008 consegue il diploma di Maturità Socio Psico Pedagogica, all’Istituto P.A.I.D.E.A. di Giarre.
Per il connubio di ricordi importanti che hanno contribuito ad intersecare, positivamente, momenti della sua vita, tra ricordi belli e momenti disastrosi, con la consapevolezza del Qui ed Ora, Filippa ama definire se stessa: “Ragazza alchimista di ricordi”
Ci parli dell’importante esperienza del volontariato che ha fatto. L’ha segnata?
“L’esperienza di volontaria che ho vissuto è stata importante e si può considerare come parte del mio percorso di crescita personale, però non amo ostentare ciò che ho fatto durante il percorso! Nel mio libro ho descritto alcuni dettagli, ma soltanto per il beneficio che ne ho ricevuto, io stessa, nel praticarlo.”
Come è nata in lei la passione per la scrittura?
“E’ successo per caso, in una notte di disperazione, insonne per il dolore profondo per la perdita di Marco, il mio secondo figlio, ed erano già passati tanti anni da quel bruttissimo giorno. Mi resi conto, in quel momento, fra le lacrime che scendevano giù, copiose, che non avevo mai potuto stringere fra le braccia il mio piccolino. Non avevo mai potuto sussurrargli dolci e tenere parole d’amore. Ho desiderato quella notte rivolgergli le parole più belle. Mi ritrovai improvvisamente, con un foglio bianco e una penna in mano, iniziai a sussurrare le parole che il cuore mi dettava… Le lacrime bagnarono il foglio, ed io dedicavo le parole d’amore a Marco.
Lo vidi mentre lo tenevo in braccio, quella notte, l’ho tenuto in braccio per la prima, unica, volta con il mio pensiero, con l’autenticità del sentimento. Non lo sapevo, allora, che quella notte iniziò per me l’elaborazione del lutto per la sua perdita. Conservai per lungo tempo, gelosamente, quel foglio. Scrissi altre poesie, dopo, ed iniziò così per me un vero percorso lungo, lento, di crescita personale, di rinascita, anche se inizialmente in maniera inconsapevole. Raggruppai le poesie in unica raccolta, la intitolai “Il Nostro Prato”, mai pubblicata. Alcune poesie le ho inserite su “Ancora un’altra vita”. “A Marco” è una poesia fra quelle comprese nella raccolta.”
Di cosa parla il suo romanzo?
“Ancora un’altra vita” parla di Rinascita, di sentimenti, emozioni, quelli più intrinsechi, che tutti provano, o che possono provare nella vita, anche se per ciascuno, in tempi di vita differenti, in base al proprio vissuto. Perché sentimenti ed emozioni appartengono all’umanità. Il romanzo tratta una parte di storia della mia vita, strutturata nello spazio e nel tempo, tra presente e passato, con qualche incursione nel futuro e di buon auspicio.
C’è un capitolo in cui, attraverso i ricordi belli, si dà spazio ad uno spaccato di vita contadina vissuta con gioiosa armonia nella casa di campagna e anche la meravigliosa natura, nel suo fondamentale connubio Divino, che evidenzia l’equilibrio, importante ed essenziale, nella vita della piccola Filippa, quella parte bambina che reclama il diritto di esistere, della quale Filippa, la donna adulta, si riappropria affrontando con impegno, faticosamente, e con sacrificio. Nel testo si sfiora il passaggio di generazioni differenti, scenario importante nel contesto del romanzo, e la cultura familiare fa da padrona nell’insieme di ogni passaggio, quasi a frenare, a tratti, il bisogno di evoluzione della protagonista.”
Qual è il messaggio che vuol mandare ai lettori?
“E’ mio volontà condividere, le emozioni descritte, per il desiderio di far passare il messaggio, di fondamentale importanza, che un lutto va sempre elaborato, di qualunque natura esso sia, ed è meglio farlo prima, non poi. Ma è anche importante comunicare che Ancora un’altra vita è possibile, sempre, a qualsiasi età. Perché la vita vale la pena di essere vissuta.”
Dove è possibile acquistare il suo libro?
“Il mio libro è pubblicato da: Il Convivio Editore, ed è inserito sul Catalogo Nazionale: Ibs libri. Quindi si può acquistare su tutti i siti che vendono libri online. Si può richiedere anche, su prenotazione, in tutte le librerie d’Italia.”
Filippa Coco nasce a Giarre, provincia di Catania, nel 1958, ama definire se stessa: “Ragazza alchimista di ricordi”!
Ci indichi una caratteristica peculiare della sua scrittura.
“Credo che il senso di autocritica, ma anche una sorta di estraniamento nel raccontare, scrivendo, abbiano dato un senso di scorrevolezza al contenuto del testo di “Ancora un’altra vita”, tanto da far dire, a chi già ha letto, lo trovo coinvolgente. Ho iniziato a scrivere istintivamente, senza secondi fini, con semplicità, con autentico sentimento emozionale, con le nozioni che mi erano familiari, si possono definire, questi, caratteri peculiari di scrittura?”
“Ancora un’altra vita” è il romanzo che Filippa Coco ha dedicato alla perdita del figlio Marco, all’elaborazione di un lutto, alla possibilità di rinascere dalle esperienze negative.
Quali sono i suoi progetti futuri?
“Continuare a scrivere! Potrei raccontare le storie che ho ascoltato durante la mia esperienza di volontariato e di quelle che ci capita di ascoltare tutti i giorni per strada, naturalmente scriverei con garbata gentilezza, per il rispetto di ognuno e per tenere fede a quel “codice deontologico umano”, di doveroso rispetto per il prossimo. Vorrei anche scrivere la storia di mio padre, del suo tempo vissuto da soldato, prima, e da soldato prigioniero degli americani, dopo. Scriverò, ancora per davvero? Questo lo vedremo.”
L’entusiasmo di andare avanti
Filippa con il suo entusiasmo ci testimonia, in un libro limpido, sincero e pieno d’amore, la forza che si trova dopo la perdita di un caro. Sono molti gli scrittori, filosofi, psicologi che hanno cercato di dare voce a quel dolore e di indicare un cammino per affrontarlo e andare avanti. Il dolore porta con sé sentimenti negativi come senso di colpa, insicurezza, paura, fino anche ad arrivare a una paralisi emotiva che ci impedisce di trovare un rimedio. E’ difficile vivere una perdita, con tutte le sue contraddizioni, anche se permette di comprendere meglio i propri sentimenti e di non sentirsi soli o isolati, perché condivisi. Nel suo libro Filippa ci dà suggerimenti di azioni concrete per compiere un percorso di uscita dal lutto, per abbracciare una nuova vita.
Vedi anche: https://catania.italiani.it/larte-del-cantu-e-cuntu-intervista-allartista-cinzia-sciuto/