Le cuffie che diventano l’accessorio più bello da indossare. Il microfono e l’odore della sala regia dove si respira adrenalina, passione e voglia di comunicare sono il mix perfetto di quel sogno chiamato radio. Un sogno che Vittoria Marletta, giovane speaker e giornalista catanese, sta vivendo da quando nel 2013, in punta di piedi, ha bussato alle porte di Radio Zammù, la radio dell’Università di Catania, per apprendere le tecniche dello speakeraggio.
Dalla prima messa in onda, Vittoria Marletta impara e cresce ogni giorno, idea programmi che realizza e intervista personaggi di un certo calibro come Linus di Radio Deejay e Piero Angela. Nel 2014 conquista il podio al Festival delle radio universitarie, classificandosi terza nella categoria “Migliore voce junior”. Nello stesso anno approda a NewSicilia, testata online siciliana, diventando due anni dopo giornalista pubblicista.
Vittoria Marletta concorrente del talent show Rds Academy
Il talento di Vittoria Marletta non si arresta. Sfocia ancora e lo fa volando nella capitale romana. La giovane speaker viene selezionata lo scorso anno tra 2mila candidati per partecipare alla quarta edizione del programma televisivo Rds Academy, ideato da una delle radio più famose d’Italia, che offre la possibilità agli aspiranti speaker di cimentarsi in varie sfide per ottenere un contratto di lavoro. Con grinta e determinazione, Vittoria supera numerose prove e si classifica al secondo posto.
Tornata in terra sicula non accantona la passione per la radio. Collabora prima con Radio Smile e oggi con Rgs, radio del Giornale di Sicilia. Il suo curriculum vanta anche di collaborazioni con Salvo La Rosa, uno dei volti più noti del panorama giornalistico e televisivo siciliano.
Noi di itCatania abbiamo raggiunto Vittoria Marletta per conoscere il fantastico mondo della radio, oggi forse poco valorizzato ma che sforna dei veri e propri talenti.
Quando è nata la tua passione per la radio?
«La passione per la radio è nata da piccola. Mi piaceva ascoltarla ed ero incantata dal modo in cui gli speaker lanciavano le canzoni e riprendevano il discorso dopo il brano musicale. Per me era magia pura. Succede che nel 2013, in concomitanza con la mia laurea, decido di buttarmi in questo mondo, iniziando a collaborare con Radio Zammù. All’inizio tutto il contesto radiofonico mi faceva paura, ricordo che sono entrata in sala quasi timidamente ma la voglia di comunicare era più forte e così decido di mettermi alla prova».
Tutto è iniziato quindi da Radio Zammù, un vero e proprio laboratorio per “farsi le ossa”. Quanto ti è servita questa esperienza?
«Mi è servita tantissimo e mi ha permesso di evolvermi. Ho imparato le pratiche dello speakeraggio e gli elementi tecnici della messa in onda. Ma non solo. Ho svolto anche il lavoro di redazione e ideato programmi, scegliendo il logo, la sigla, i contenuti da introdurre e curando l’aspetto musicale. È stata quindi un’esperienza formativa a 360 gradi, che mi ha fatto innamorare ancora di più di questo mestiere».
Una persona che ti ha sempre supportata all’interno di Radio Zammù?
«Mariano Campo, direttore dell‘ufficio stampa dell’Ateneo catanese. È stato lui a sostenermi più di tutti, incoraggiandomi a credere in me stessa, mettermi in gioco e accettare nuove sfide. Da qui, appunto, sono stata candidata per gareggiare al Festival delle radio universitarie a Novara, ottenendo un prestigioso riconoscimento nazionale».
Nel tuo curriculum fitto di esperienze, c’è anche la collaborazione con NewSicilia. Cambio di rotta?
«No, assolutamente. Con Radio Zammù capisco che rapportarsi con gli intervistati e saper intrattenere sono gli ingredienti essenziali per fare radio. Elementi che non possono essere scissi dall’aspetto giornalistico. Fare buona radio significa creare servizi per la gente che ascolta i programmi radiofonici quasi distrattamente, cercando un po’ di relax. La formazione da giornalista diventa quindi fondamentale perché permette di saper raccontare una notizia nel modo giusto e scegliere contenuti interessanti. Per questo motivo mi sono addentrata nel mondo giornalistico».
Quando è iniziata l’esperienza a NewSicilia?
«NewSicilia è nata insieme a me e pochi altri aspiranti giornalisti nel 2014. Ho fatto parte della redazione per tre anni, imparando cos’è un comunicato stampa, cosa vuol dire rapportarsi con le fonti, come si svolge una conferenza e come si confeziona una notizia. Ho avuto anche la fortuna di interfacciarmi con penne interessanti come Gigi Macchi e Piero Maenza, che hanno collaborato con il quotidiano online. Per un periodo ho anche prodotto servizi per Video Mediterraneo, imparando le tecniche del giornalismo televisivo».
Poi il sogno chiamato Rds Academy, quanto ti senti cambiata dopo questa esperienza?
«L’esperienza in accademia è stata fondamentale perché mi ha permesso di confrontarmi con professionisti che fino al giorno prima ascoltavo in radio nella mia stanza. Ho imparato a conoscere i miei limiti, saperli gestire e puntare sui miei cavalli di battaglia».
Ricordi un consiglio ricevuto durante il percorso in accademia, che ancora oggi conservi in maniera preziosa?
«Ricordo che Beppe De Marco, una delle voci più popolari di Rds, ci ha consigliato di guardare il microfono come se fosse un amico. Soltanto se immagini di parlare con un volto a te conosciuto, riesci a modellare la voce, parlare lentamente e farti comprendere. Mi ha colpita in maniera particolare la sua visione di fare radio: non si è speaker per celebrare se stessi ma per entrare in un rapporto quasi intimistico con l’ascoltatore e toccare con la voce determinate corde, che non vibrerebbero in altro modo».
Dopo Rds Academy, tornata in Sicilia, inizia la collaborazione con Radio Smile. Raccontaci questa esperienza.
«È stato un grandissimo onore collaborare con Radio Smile perché è sempre stata un punto di riferimento per i catanesi. Da lì sono passate voci che adesso lavorano in radio nazionali. Sono stata accolta da una famiglia che ha percepito il mio bisogno di continuare a trasmettere e sono felicissima di aver fatto anche questa esperienza».
Poi la collaborazione con RGS… traguardo importante. Non trovi?
«Ogni giorno trasmetto dalle 12 alle 15 su Rgs, la radio siciliana più ascoltata in Sicilia, e ne sono fiera. È una struttura forte che ha voglia di valorizzare il vero talento. Parliamo di una radio di flusso dove all’interno c’è tutto ciò che un ascoltatore vuole sentire: il meteo, le notizie aggiornate h24 e l’intervento degli speaker che scelgono accuratamente i brani musicali».
Diventare speaker in terra sicula. Quali sono le difficoltà?
«Le maggiori difficoltà sono legate al sistema editoriale in profonda crisi. Molte radio hanno chiuso o si sono accorpate per ammortizzare i costi. In Sicilia è davvero difficile vivere di radio. Credo anche che si debba rivalutare la professione da speaker e valorizzare il talento. Quando sono tornata dall’esperienza romana non ho mandato alcuna candidatura, un po’ perché avevo bisogno di una pausa e un po’ perché ho aspettato di trovare qualcuno che avesse la voglia e il coraggio di investire su di me. Penso che questo sia fondamentale. Chi gestisce palinsesti radiofonici dovrebbe ricercare e investire sul talento».
Quali sono, secondo te, le caratteristiche per essere un bravo speaker? Ci vuole talento?
«Essere solari e sinceri. Avere una buona voce aiuta ma si diventa davvero speaker quando si crea un rapporto di immediatezza con chi ascolta, diventando quasi un amico».
«Sì, così come esiste il talento per la danza o la pittura, esiste anche quello per fare radio. Ci vuole naturalmente tanto allenamento ma spicca davvero chi ha una dote innata».
Se dovessi sintetizzare in poche righe cosa vuol dire per te fare radio, cosa diresti?
«Fare radio significa vivere. Essere liberi di esprimersi. Quando ero piccola spesso mi prendevano in giro perché avevo la voce “grossa”, crescendo però ho capito che da qui avrei dovuto costruire la mia felicità. Adesso più che mai voglio continuare a usare la mia voce per comunicare e arrivare dritto al cuore della gente».
Progetti futuri?
«Spero di continuare a trasmettere per Rgs anche durante la stagione invernale. Il mio progetto è alternare la mia carriera professionale a quella artistica con il lavoro da speaker».