Turi Ferro: una carriera per la sua Sicilia

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Turi Ferro: una carriera per la sua Sicilia

Turi Ferro

Tra le tante figure di spessore culturale nate all’ombra dell’Etna, Turi (Salvatore) Ferro va ricordato per l’impegno profuso durante tutta la sua carriera sul palco nelle rappresentazioni delle opere dei grandi autori siciliani; per questo, oggi, vogliamo ricordarne la vita.

L’amore per il palcoscenico, Turi, lo dimostra fin da bambino, seguendo la via già tracciata dal padre, anche lui attore teatrale. I primi spettacoli teatrali vengono portati in scena a partire dal 1948 con la compagnia “Compagnia Rosso Di San Secondo Roma” della quale fa parte anche Ida Carrara, che solo 3 anni più tardi diventerà sua moglie. Dedica gli anni successivi alla messa in scena delle opere teatrali di Pirandello, tra cui spicca la grande incompiuta “I Giganti della montagna“.

È però a partire dal 1957 con la fondazione dell’Ente Teatrale Sicilia e con l’apertura, l’anno successivo, del Teatro stabile di Catania che la sua carriera decolla definitivamente. Non solo aveva riunito alcuni dei migliori attori teatrali di origine siciliana, li aveva “messi a servizio” dei più grandi scrittori della sua terra.

Locandina Turi Ferro

La locandina dello spettacolo “Il magistero dell’arte”

Così per lungo tempo ha alternato, con la sua compagnia, opere dei principali autori della nostra terra come Sciascia, Verga e Pirandello: tra queste ricordiamo in ordine sparso: Liolà e il Fù Mattia Pascal;  La Lupa e Mastro-don Gesualdo, Il giorno della civetta; e Il consiglio d’Egitto. La carriera di Turi Ferro non va però considerata come circoscritta al teatro siciliano; le sue doti attoriali gli valsero numerosi ruoli di prestigio, tra cui una parte ne I Viceré di Federico De Roberto. Non meno degne di nota sono le interpretazioni sotto la direzione del maestro Rossellini per l’opera “I Carabinieri”. Senza contare poi i vari lavori per la televisione e le meno numerose apparizioni cinematografiche che gli valsero comunque il David di Donatello alla carriera nel 1974.

Turi Ferro: Il ricordo dei familiari e degli amici

In un intervista rilasciata per il 14° anniversario della suascomparsa, la figlia Francesca lo descrive come “… Un uomo forte e debole nello stesso tempo, perché sensibile” e ancora “… Nel bene e nel male passionale ed emotivo” per poi ricordare un simpatico aneddoto collegato ad un tappezziere a cui era stata commissionata una poltrona; evidentemente insoddisfatto, rivolgendosi all’uomo lo accusò di “… Non essersi divertito” durante la fabbricazione della poltrona.

Turi Ferro von la figlia

Turi Ferro in compagnia della figlia

Un altro ritratto del nostro compaesano ci viene fornito in un articolo pubblicato da Il Messaggero in data 30 ottobre 2004 a firma del Maestro Andrea Camilleri. Grande amico di Turi, il padre di Montalbano ne ricorda il carattere sanguigno con questo aneddoto:

“Aveva addosso l’eleganza e l’ironia tipiche dei catanesi. Non in dosi da medicina omeopatica bensì in dosi da cavallo. Anche collerico, era. Quando si arrabbiava passava alla terza persona; una volta, durante una prova, non era d’accordo con me, mi disse: «Guardi che il signor Ferro non può reggere una cosa simile». Io risposi: «Ne parlerò al signor Camilleri e vediamo cosa si può fare». Scoppiò a ridere, ci abbracciammo e l’arrabbiatura finì.”

Turi Ferro è stato un grande attore ma, prima di questo, è stato un grande siciliano e un grande catanese, dovremmo tutti imparare dal suo amore e dalla sua voglia di esportare la ricchissima, è bene ricordarlo, cultura della nostra terra in tutta Italia e, anche solo per questo, essergli grati in eterno.

Turi Ferro: una carriera per la sua Sicilia ultima modifica: 2019-09-19T09:28:16+02:00 da Fabrizio D'Allura

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