A Catania vi sono diverse realtà socio-politiche, ma anche singole donne, volte ad avanzare un’altra visione del circostante. Si tratta di donne, assieme talvolta a uomini sensibili e lungimiranti, che portano avanti la politica femminile. L’intento non è scavalcare gli uomini, bensì far emergere il potenziale delle donne. Esso è rimasto, nel corso della storia, assopito per troppo tempo. Si pone inoltre molta importanza alla visione femminile dell’esistente, spesso diversa da quella ufficiale. La Ragnatela caratterizza il suo attivismo politico proprio su questo, rendendolo parallelo con altre questioni su cui c’è da interrogarsi.
Origini del La Ragnatela
La Ragnatela, come rete antiviolenza, si costituì nel 2013, su sollecitazione del gruppo di donne La Città Felice. Iniziative di qualche anno prima sono state terreno fertile per costituire La Ragnatela. La scelta di questo nome si ispira ad un gruppo di donne pacifiste e femministe che negli anni ’80 si unirono a Ragusa contro l’installazione di missili nucleari su un terreno della zona. Esse chiamarono, per l’appunto, “La Ragnatela” il casolare che si trovava in quel luogo e che occuparono. Così come il ragno tesse la sua creazione unendo vari punti verso diverse diramazioni, alla stessa stregua realtà sociali varie di donne si aggregano per valorizzare e creare bellezza. L’intento è far emergere il potenziale femminile attraverso tutti gli aspetti dell’esistenza umana.
La Ragnatela, nell’arco di circa 10 anni, ha organizzato numerose iniziative. Essa si ispira al femminismo radicale, movimento che vuol far emergere la differenza sessuale attraverso la relazione con altre donne. La priorità è essere contro la violenza sulle donne, la quale raggiunge vari livelli e si manifesta in qualunque contesto. L’alternativa è costruire nuove relazioni tra i due sessi. Sussiste poi l’intersezionalità, ovvero l’idea che le varie rivendicazioni sociali per una vita migliore siano correlate. Negli anni ci sono state iniziative relative alla giustizia ambientale, con le figure femminili che la avanzano. Eventi richiamanti donne che si sono battute per la libertà, come le curde e le partigiane. Incontri volti a pensare ad una politica delle donne, affinché esse manifestino tutto il loro potenziale. Confronti il cui intento è parlare della differenza biologica tra uomini e donne, che ultimamente attraversa ostacoli.
Esempi di iniziative portate avanti da quest’innovativa rete antiviolenza
L’8 marzo 2011 spianò la strada per la Ragnatela. Quel giorno vi fu un evento tenutosi all’auditorium dei Benedettini in cui molte donne e qualche uomo rappresentarono attraverso la musica e la poesia il dramma della violenza contro le donne. Nel 2013 fu portato avanti un progetto di cohousing per le donne sfrattate nei pressi di Cibali. A tal proposito si tennero un convegno sulla casa e dei corsi di formazione. Ciò diede luogo ad un progetto seguito poi in diverse parti d’Italia. Negli anni, inoltre, ci sono state diverse iniziative (presidi, flash mob) per le migranti. La Ragnatela ha presenziato pure al CARA e al villaggio degli aranci di Mineo. L’intento di questi incontri è dar voce alle donne oppresse, anche quelle che provengono da situazioni ancor più difficili.
La Ragnatela è un esempio limpido di attivismo femminista. Si volge sia a far emergere l’essenza della donna nel rapporto con l’esterno, sia nelle sue rivendicazioni dei diritti. Attraverso la relazione con l’altra, poi, la donna trae spunti per guardarsi dentro. Una rete consapevole di ciò che caratterizza Catania e si fa sentire attraverso varie rivendicazioni. Certo, negli anni alcune realtà si sono perse strada facendo…quelle che ci credono di più rimangono. Tra le restanti intercorre un rapporto di amicizia e affetto. Si tratta de La Città Felice, la Rete Antirazzista Catanese, il Centro Antiviolenza Penelope, i COBAS, il Centro Koros, il Comitato Popolare Antico Corso ed altre. Realtà che con la loro determinazione hanno portato a costituire una rete antiviolenza compatta.
La Ragnatela è un contesto che permette di esprimere la bellezza attraverso le rivendicazioni femministe, antirazziste, antispeciste, antifasciste. Un ambiente con rapporti incentrati sul riconoscimento e la gratitudine reciproca. Tutto ciò avviene attraverso una politica delle donne caratterizzata da coscienza e creatività.