“Per me è come essere a luci spente a casa mia” sento dire alla voce che mi guida nel buio assoluto. Per me invece, è come non esserci. Non sono abituata a non vedere. Ma al Polo Tattile Multimediale bisogna fare presto i conti con l’assenza di luce. Una mancanza che diventa occasione. Per imparare ad usare gli altri sensi. Per confermare che il mondo è come lo abbiamo visto fino ad allora, ma è anche tanto altro. I suoni, gli odori ed il tocco raccontano altre prospettive della quotidianità. Che così “normale”, non ci appare più.
Apri bene le orecchie: il Polo Tattile chiama
Trovare il Polo Tattile Multimediale è semplice: si trova in via Etnea. Capire che è un luogo da visitare, forse non è così scontato. Ma un richiamo fin da subito dovrebbe catturare l’attenzione dei passanti. Sono ancora nel marciapiede di via Etnea quando sento un campanello intermittente. È il suono che sentiamo quando aspettiamo che la persona chiamata al cellulare risponda. Apro la borsa e tra i tanti oggetti incastrati riesco finalmente a recuperare il cellulare. Nessuna chiamata partita per sbaglio, nessuna notifica, nessun messaggio. Il caldo mi ha dato alla testa. Mi ci vorrebbe un Seltz. Davanti le vetrine del Polo Tattile Multimediale quel suono arriva ancora alle mie orecchie, anzi, si è fatto più insistente. Si accende una lampadina nel cervello. È il segnale che avverte la prossimità del Polo ai non vedenti. Mistero risolto, non ho le allucinazioni. Sono pronta a varcare la soglia del grande portone.
Una corridoio alto, fresco, al riparo avvolto dalla luce filtrata di una vetrata laccata in giallo e verde. Al centro un sole, al suo interno un motto: “La nostra luce”. Un chiarore che crea delle ombre morbide sulle sculture che costeggiano l’ingresso. Guardo meglio l’icona del sole. È circondata dalle lettere dell’alfabeto e sotto ciascuna, osservate con più attenzione, dei puntini: la traduzione delle lettere in Braille. Mi guardo attorno in cerca di qualcuno che mi guidi. Scorgo il viso di una donna. Sarà la mia guida. Si chiama Soraya. Ricordo che il suo nome ha a che fare con lo splendore del sole e della luna. Tutto questo parlare di luce in un luogo nato per avvicinare i non vedenti all’arte comincia a sembrarmi paradossale. Ma presto scoprirò che sarà un conforto.
Nota Bene: è l’unico in Europa ed è a Catania
Soraya mi racconta che il Polo Tattile di Catania nasce nel 2008, come naturale estensione della Stamperia Regionale Braille. Un’appendice non solo fisica. Infatti le due realtà condividono un’unica missione. Sono due luoghi che nascono dall’esigenza di rendere fruibile la bellezza della parola e della cultura ai non vedenti. Ma fanno di più. Sensibilizzano anche i vedenti a cogliere quegli aspetti dell’arte che non si vedono con la vista. L’edificio che ospita il Polo Tattile Multimediale misura ben 2000 metri quadri. Un grande spazio che permette di riunire per la prima vola nello stesso luogo differenti esperienze sensoriali. In questo, il Polo Tattile Multimediale di Catania è l’unico nel suo genere addirittura in tutta Europa. Infatti al suo interno ospita uno Show-room, il Museo Tattile, il Giardino Sensoriale e il Bar al Buio.
“ Sono dei siti dedicati ai non vedenti. Ma soprattutto ai vedenti perché li sensibilizziamo per fargli capire come vivono i non vedenti in assenza di luce”, mi spiega la mia guida. Nel frattempo mi invita a toccare i 50 plastici tridimensionali che riproducono monumenti dell’area mediterranea. Stanza dopo stanza, mi ritrovo a poter perlustrare con le dita gli antichi templi di Agrigento, la Sagrada Familia. Poi la Basilica di San Pietro e la Cupola della Roccia di Gerusalemme. La vista può catturare una cosa nella sua totalità, ma se non si ha la vista? Servono i dettagli e serve conoscerli con il tatto. Intuisco finalmente quanto valore possa avere questo museo. Chiudo gli occhi, percepisco altri particolari. Toccando aggiungo tasselli di cui non avevo percepito la mancanza e che svelano aspetti a cui non voglio più rinunciare. Ogni plastico mi sembra molto più interessante.
Hai fiuto o ti serve toccare con mano?
All’interno del Polo Tattile si trovano anche riproduzioni tridimensionali di famosi dipinti. Rigorosamente realizzati in rilievo. Ma “i non vedenti facevano fatica nel capire gli elementi che componevano l’opera. Così abbiamo ideato un nuovo metodo: la scomposizione in piani ottico- tattili”. Soraya prosegue spiegandomi in cosa consiste l’innovazione di questo metodo. “Ogni elemento del dipinto viene estrapolato dal contesto e presentato individualmente in pannelli che si susseguono”. È come se il non vedente abbia l’opportunità di “dipingere” l’opera passo dopo passo e rimontare gli elementi uno per volta. Seguendo la mia guida lascio l’interno della struttura e scopro il Giardino del Polo Tattile Multimediale. Immediatamente sento l’inconfondibile profumo del gelsomino.
I visitatori prima di arrivare nel Giardino Sensoriale vengono bendati. Guidati dalla voce dell’accompagnatore, ma ancor di più dalle fragranze, scoprono le piante e gli aromi che crescono nel cortile. I profumi sembrano molto più intensi. Le piante sono quelle tipiche del Mediterraneo: rosmarino, salvia, arancio, limone, carrubo. Profumi che conosco e che mi fanno sentire a casa. Penso a come debba essere sconcertante sentire un odore mai sentito prima e non poter vedere a cosa corrisponde. Soraya mi aspetta per farmi conoscere l’ultima tappa del Polo Tattile Multimediale: il Bar al Buio. Il nome del posto mi incuriosisce tantissimo. Posso solo lontanamente immaginare l’esperienza che mi attende.
Chi ha paura del (Bar al) Buio?
Soraya mi lascia per qualche secondo sola davanti l’ingresso del Bar al Buio. Delle spesse tende di velluto porpora mi separano dalla stanza che aspettavo di visitare fin dall’ingresso nel Polo Tattile Multimediale. Mi avevano detto che si trattava di un’esperienza particolare: “…non so come spiegartelo, ci devi andare”. Detto, fatto. Sto per entrare. Ricompare la mia guida, con disinvoltura mi afferra il polso. Non mi lascia il tempo di pensare che già mi ritrovo avvolta in una totale oscurità. Non è come quando si chiudono gli occhi, è molto più buio. Come se fossi immersa in una boccetta di inchiostro nero. La voce di Soraya diventa il mio unico punto di riferimento. Mentre parla, mi fa poggiare le mani su alcuni quadri in rilievo. Con i suoi suggerimenti provo ad indovinare cosa raffigurano. Ho grandi difficoltà a comprendere, ma Soraya mi aiuta.
Mi conduce al bancone del bar e mi offre un bicchiere d’acqua. Lei continua a parlare ed io a pregare che la sua voce non si interrompa. Ho la strana sensazione di scomparire. Allora scandisco qualche parola, sento la mia voce ed è come prendere una boccata di aria fresca. Mi chiedo come faccia a muoversi con destrezza in quella totale oscurità. “Per me è come essere a luci spente a casa mia”, mi spiega. Mi riafferra il polso. Con la stessa serenità con cui mi ha condotta in quel buio denso, mi riporta alla luce. Direzione Show- Room.
Cose che non avevi mai visto prima
Le cose da vedere sono tante e talmente singolari che, di nuovo, dovrò rimandare le riflessioni sul Bar al Buio. Lo Show- Room nasce per permettere ai non vedenti di controllare e acquistare autonomamente gli oggetti che usano giornalmente. Dal dosa-caffè, ai bastoni per orientarsi in città. Passando alle carte in Braille fino al Color- test, che probabilmente è uno dei dispositivi più sorprendenti. Infatti, riconosce i colori, di cui poi comunica il nome attraverso un sintetizzatore vocale. Utilissimo per uscire da casa e non dare troppo nell’occhio per via di bizzarri accostamenti di colori. In un altro scaffale sono esposti gli ausili didattici e i giochi per rendere indipendenti i minori non vedenti.
Per i vedenti quel luogo è un susseguirsi di sorprese. Non si può non rimanere stupiti osservando ciascuno degli oggetti esposti. La visita del Polo Tattile Multimediale termina con la stessa schiettezza e semplicità con cui è iniziata. Lascio Soraya alle sue tante mansioni, rimetto la bambola che insegna il Braille al suo posto ed apro il portone. Prima di uscire un’ ultima occhiata all’interno. Immagino il corridoio straripante delle scolaresche e dei visitatori che visitano il Polo Tattile Multimediale. Cerco di immaginare come debba essere il Polo durante la Notte dei Musei. Deduco che con la loro presenza e tutte le loro voci, la stessa esperienza potrebbe rivelare altri aspetti. Dovrò ritornarci.