'La campana di vetro' di Sylvia Plath, tra ribellione e cambiamento

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CULTURA Viagrande Studios

‘La campana di vetro’ di Sylvia Plath, tra ribellione e cambiamento

La campana di vetro di Plath Sylvia, una recensione a cura di Michela Aiello, studentessa del secondo anno della scuola biennale di scrittura e storytelling di Viagrande Studios

Recensione de “La Campana di vetro”, Tra romanzo di formazione e narrativa autobiografica. A cura di Michela Aiello, studentessa del secondo anno della Scuola Biennale di Scrittura e Storytelling di Viagrande Studios.

La campana di vetro narra la storia di Esther Greenwood, brillante studentessa e vincitrice di un soggiorno offerto da una rivista di moda. L’obiettivo della ragazza è sempre stato quello di “studiare, leggere, scrivere e lavorare” e tra i palazzi newyorkesi vive giornate ricche di incontri, studi approfonditi e serate mondane. Esther, nei suoi diciannove anni di vita, ha collezionato un successo dopo l’altro e ottenuto invidiabili risultati negli studi, ma quando scopre di non essere stata ammessa al corso di scrittura che sognava di frequentare il mondo sembra precipitarle addosso.

A metà tra il racconto di formazione, la biografia e l’introspezione psicologica il romanzo di Sylvia Plath, “La campana di vetro”.

Quello che all’inizio si presenta come un romanzo di formazione, per certi aspetti paragonato al Giovane Holden di Salinger, si trasforma in un vivido insieme di ricordi e riflessioni che incidono l’anima del lettore. Per la prima volta Esther è incerta sul proprio futuro, non sa che strada percorrere e si ritrova con un malleabile insieme di possibilità a cui non riesce a dare forma. Utilizza metaforicamente l’immagine di un albero di fichi i cui frutti appassiscono misteriosamente nel momento in cui se ne sceglie e raccoglie uno. L’albero simboleggia il destino di ogni donna, la paura, l’ansia e le mille difficoltà che come muri si stagliano sul panorama del futuro. 

La campana di vetro di Plath Sylvia, una recensione a cura di Michela Aiello, studentessa del secondo anno della scuola biennale di scrittura e storytelling di Viagrande Studios
La campana di vetro di Plath Sylvia, una recensione a cura di Michela Aiello, studentessa del secondo anno della scuola biennale di scrittura e storytelling di Viagrande Studios

La domanda è: perché la vita di un essere umano di sesso femminile deve essere corrosa dalla scelta di essere madre, sopprimendo qualsiasi aspirazione, o seguire le proprie inclinazioni rinunciando alla possibilità di costruire una famiglia? Perché scegliere? Carriera o famiglia? Lavoro o studio? Vita sociale o vita familiare? Mondo esterno o tiepide mura domestiche? La protagonista è così concentrata a individuare la scelta “migliore” che finisce per non scegliere affatto.

La recensione nasce all’interno del percorso di Giornalismo e Linguaggi Social della Scuola Biennale di Scrittura e Storytelling di Viagrande Studios. Michela Aiello, che ad ottobre 2023 inizierà il secondo anno della scuola, ha scelto di recensire questo libro con lo stile classico.

E’ costretta ad affrontare la campana di vetro che l’ha protetta e ingabbiata per tutta la vita. L’ambiente newyorkese, le rigide norme morali, la pressione esercitata dalla società costituiscono una vera e propria prigione da cui pare impossibile liberarsi. Bloccata tra gli ingranaggi culturali nella New York degli anni ’50. La protagonista dovrà affrontare un crollo psicologico che eliminerà qualsiasi punto di contatto tra lei e la realtà. 

La campana di vetro di Plath Sylvia, una recensione a cura di Michela Aiello, studentessa del secondo anno della scuola biennale di scrittura e storytelling di Viagrande Studios
La campana di vetro di Plath Sylvia, una recensione a cura di Michela Aiello, studentessa del secondo anno della scuola biennale di scrittura e storytelling di Viagrande Studios

La campana di vetro, pubblicato un mese prima del suicidio dell’autrice con lo pseudonimo di Victoria Lucas, è l’unico romanzo di Sylvia Plath. La storia è imbevuta di riferimenti autobiografici e racconta, con stile limpido e lineare, la sofferenza interiore che accomuna autrice e protagonista. L’ansia dettata da un senso di inadeguatezza e l’incredibile sofferenza generata da crudeli meccanismi sociali prendono forma tra le parole del romanzo. Il lettore viaggia sospeso tra le pagine e, al pari della protagonista, si chiede: è possibile vivere senza le opprimenti distorsioni della propria campana di vetro? 

Autrice: Sylvia Plath

Titolo: La campana di vetro

Titolo originale: The bell jar 

Collana: Oscar Mondadori

Casa editrice: Mondadori

Anno di pubblicazione: 1963

Pagine: n. 228

A cura di Michela Aiello, studentessa secondo anno Scuola Biennale di Scrittura e Storytelling di Viagrande Studios

‘La campana di vetro’ di Sylvia Plath, tra ribellione e cambiamento ultima modifica: 2023-08-16T16:46:54+02:00 da Redazione

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