Una donna che ha reso la pittura un canale per rappresentare l’interiorità umana. Una figura femminile che ha creduto nel potenziale dell’arte. Gemma D’Amico è stata una pittrice semidimenticata ma la cui valenza artistica è rilevante.
Cenni di vita
Gemma D’Amico nasce a Catania il 10 giugno 1906. Segue gli studi di arti figurative presso l’Accademia di Belle Arti a Firenze; è allieva di Felice Carena. Una formazione pittorica davvero determinante, poiché Gemma, nel dipingere, acquisisce lo stile della corrente artistica che ha seguito. La vita della pittrice diviene un costante peregrinare tra Catania, Firenze e Roma. Nella città natia frequenta il pittore Antonio Villani, incline verso il Chiarismo impressionista. Si tratta di un movimento artistico che riprende i canoni dell’Impressionismo e tende ad una maggior luminosità nella pittura. Un movimento quindi teso al rinnovo dell’arte, un’avanguardia.
Gemma D’Amico a Firenze frequenta Elio Romano, catanese, e Sebastiano Formica, calatino. Ella giunge a Roma dove conosce e sposa il barone francese Flugì D’Aspermont, cugino di Guillame Apollinaire. Così Gemma si inserisce in un nuovo contesto artistico, divenendo parte della Scuola Romana. Mafai, Melli, Ziveri, Janni: questi sono gli artisti coi quali la pittrice entra in sintonia, tutti rientranti in quel filone. La donna mantiene ancora il legame con Catania, recandovisi durante le vacanze estive. Ella lascia alla città importanti opere, oltread esporre in varie mostre, come la XXV Biennale di Venezia e la VVI Quadriennale di Roma. La pittrice muore a Roma il 19 febbraio 1980.
Gemma D’Amico: l’eredità lasciata
A Catania trovano conservazione diverse sue opere. Il Ritratto di Giuseppe Villaroel, poeta, giornalista e narratore, si colloca al Municipio della città. Il Ritratto di Guido Libertini, archeologo e docente universitario, trova esposizione al Museo Civico del Castello Ursino. Sono due opere risalenti agli anni ’30-’40 e in entrambe emerge lo stile pittorico della Scuola Romana. Risale al 1954 il Ritratto di Francesco Contraffatto, conservato in una collezione privata catanese. Gemma D’Amico ha instaurato un importante rapporto di amicizia con il pittore. Altre sue opere si trovano in importanti Fondazioni, Istituzioni e collezioni private.
L’arte di dipingere per Gemma D’Amico
Inizialmente la donna si è dedicata alla rappresentazione di natura morta e vasi di fiori, lavori esposti in mostre sindacali d’arte siciliane. Ella rimane incuriosita pure dai reperti archeologici e li ha raffigurati. Ma il suo stile artistico si definisce con Felice Carena e la Scuola Romana. Gemma, così, diviene ritrattista e giunge ad una conoscenza maggiore dell’interiorità umana. Con la raffigurazione di volti emerge tutta la sensibilità della pittrice, volta a cogliere gli stati d’animo. Questi spesso risultano malinconici, per via delle difficoltà esistenziali; si scava quindi sul senso della vita.
Sia dalle rappresentazioni della natura morta prima, sia dei volti dopo, emerge il Realismo. Si tratta di ciò che la vita effettivamente è, in termini di contesti ed esperienze che solcano i visi dei personaggi. Dai quadri inoltre traspare armonia e delicatezza in forme e colori, a dimostrazione che ella, col pennello, abbia accarezzato le sue tele. Gemma D’Amico è una pittrice da rammentare con maggior frequenza; il nipote Stefano, nel suo sito, la ricorda con affetto. Ne occorre il riconoscimento per aver contribuito a creare bellezza sia a Catania sia altrove.