Futuri Urbani: collana di saggi sull'avvenire delle città

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Futuri Urbani: collana di saggi sull’avvenire delle città

Futuri Urbani, collana di saggi presentata presso Officina Rebelde ph Angela Strano

Futuri Urbani, collana di saggi presentata presso Officina Rebelde ph Angela Strano

Catania dà spazio a dibattiti su nuovi modi di concepire il tessuto urbano. I mutamenti sociali, politici, culturali incidono sull’assetto delle città e le conseguenti relazioni interpersonali. Futuri Urbani è una raccolta di tre volumi la cui presentazione ha trovato luogo domenica scorsa presso il CSA Officina Rebelde. L’argomento relativo al tessuto urbano ha portato poi varie riflessioni.

Una considerazione su Catania

Federico Galletta di Officina Rebelde introduce l’incontro, volgendo lo sguardo sul quartiere san Berillo. Il centro sociale da anni si occupa di portare avanti l’aggregazione e l’inclusione in un luogo così martoriato. San Berillo, infatti, dagli anni ’50 subisce, con la gentrificazione, un processo di degrado continuo. C’è stato nei decenni lo sventramento di molti edifici antichi per dar luogo a un assetto urbanistico privo di bellezza. Tutto ciò fa perdere l’identità storica di un quartiere e ne concorre al degrado. Officina Rebelde ha presentato progetti alternativi a quelli del Comune, considerando gli immobili del quartiere abbandonati.

A san Berillo vi sono spinte di normalizzazione, con l’abolizione di regole stringenti. Inoltre si vuol sostenere i privati che vogliono rilanciare il quartiere. Officina Rebelde dispone di uno sportello sociale per gli abitanti di san Berillo in difficoltà.

Futuri Urbani: chi ha voluto questa collana

Presenti all’incontro Lorenzo Brunello ed Emma Zenial del Collettivo Criticity di Firenze, formatosi in seguito all’elaborazione del progetto per la stesura di Futuri Urbani. Lorenzo racconta come si è arrivati al progetto di tesi di laurea triennale. Tra il 2020 e il 2021 ha avuto luogo un ciclo di conferenze online, fondamento per la stesura di Futuri Urbani. Una collana che costituisce un processo, sempre in divenire poiché la vita in un tessuto urbano muta continuamente. Il Collettivo Criticity lavora sulle pratiche di intervento urbano e sulla mediazione progettuale, assieme ad associazioni ed enti del Terzo Settore. Ci si interroga su come spazi sociali, ricerca accademica e mobilitazione dal basso possano incidere sul vivere la città nei prossimi anni.

Emma ha affermato la volontà da parte di Criticity di costituire una giornata di laboratorio. Proposito che è stato impossibile da attuare a causa delle restrizioni sanitarie; così hanno avuto luogo le conferenze online. La ragazza spiega la struttura della collana: 27 saggi tutti cartacei, alcuni reperibili online, raggruppati in tre volumi. I titoli di questi sono Città fragile, uno sguardo sulla pandemia con le crisi conseguenti; Città ostile, il cui tema è il conflitto urbano e sociale; Città viva, con riferimento alle pratiche progettuali, oltre ciò che si costruisce.

E’ emersa la difficoltà nell’incastrare i vari saggi nei titoli specifici dei volumi. Emma inoltre sostiene l’importanza della collaborazione con gli spazi sociali, aspetto che porta la multidisciplinarietà. Una collaborazione che ha permesso a Criticity di presentare Futuri Urbani in altre città, quali Roma, Bologna, Genova. Altre colonne del progetto sono Tommaso Mannucci, curatore della grafica, e Mattia Ventrella.

Futuri urbani, uno sguardo sul vivere la città al di là dei parametri prestabiliti
Una collana ricca di numerosi spunti sull’evoluzione del tessuto urbano ph Angela Strano

Futuri Urbani: le parole di Gianni Piazza

Docente di Sociologia dei fenomeni politici presso l’Università di Catania, ha collaborato, insieme alla ricercatrice Federica Frazzetta, alla stesura del volume Città viva. Il professore espone un excursus sulla storia dei centri sociali in Italia, di circa 50 anni e caratterizzata da quattro generazioni. Inizialmente gli spazi sociali si sono configurati come luoghi volti ad attività che li caratterizzano. Col tempo essi si evolvono, assumono connotati sempre più vari. Gli spazi sociali gradualmente hanno incluso servizi per arginare la carenza degli ammortizzatori sociali, quali sportelli per migranti, disoccupati, precari. A questo si aggiungono attività ricreative, legate a musica, arte, cinema. Gli spazi sociali come luoghi sia di organizzazione della partecipazione politica, sia come possibilità di svago ricreativo.

Il termine autogestione è stato identitario per i centri sociali, a partire dalla seconda generazione (metà anni ’80). Gianni Piazza evidenzia un’ulteriore evoluzione degli spazi sociali negli ultimi 10-12 anni. Se ne allestiscono molti legati a specifiche funzioni, come le rappresentazioni sceniche (è il caso del Teatro Coppola di Catania), le palestre popolari, i laboratori, i centri polivalenti, come il Midulla a san Cristoforo. Da ricordare pure la nascita degli Studentati occupati, forma di sostegno a ragazzi/e fuori sede aventi difficoltà nel trovare un alloggio.

Negli ultimi anni si sono allestiti soprattutto ambulatori popolari, protendendo così ad un welfare autorganizzato. Essi trovano gestione gratuita con professionisti; una risposta alle lacune del sistema sanitario affiorate specialmente con la pandemia. Gli spazi sociali tendono al mutuo soccorso e alla prossimità.

Gli spazi sociali nel rapporto con l’esterno

Spesso le istituzioni ignorano le istanze di questi luoghi o, in certi casi, sussiste l’ostruzionismo. Ma il conflitto costituisce una forma di interazione. Negli anni Officina Rebelde ha teso ad assumere un orientamento generalista, ovvero ha portato avanti diverse attività. Non avviene, quindi, la frammentazione delle mansioni come nel caso dei centri sociali di ultima generazione. Officina ha sempre portato avanti il principio dell’autogestione, per resistere all’ostilità crescente in città.

Criticity ha in cantiere la cura di un prodotto editoriale, in collaborazione con l’Università. L’analisi parte da un approccio micro per poi giungere a visioni più complesse. La presentazione Futuri Urbani è stata un’occasione per riflettere sul come vivere la città. Una concezione ben diversa rispetto a quella istituzionale e ufficiale, la quale propone il centro abitato come luogo di svago effimero dopo l’alienazione da lavoro. Incontri su come resistere e reagire al degrado.

Futuri Urbani: collana di saggi sull’avvenire delle città ultima modifica: 2022-12-15T09:30:49+01:00 da Angela Strano

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