Il Palazzo Padagaggi, oggi sede del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università degli Studi di Catania, si trova immerso nel quartiere della Civita e ne rappresenta una delle tante peculiarità. Scopriamone la storia e struttura.
La storia di Palazzo Raddusa Padagaggi
Palazzo Raddusa Pedagaggi fu costruito tra il 1803 ed il 1809 dal Barone di Pedagaggi. Si affaccia su piazza Cutelli, da cui si vede la bellissima fontana delle conchiglie con l’obelisco, su via Vittorio Emanuele, via Luigi Sorrentino, e sull’omonima via Pedagaggi, inserito nel cuore della Civita; si trova a pochi passi dal Convitto Cutelli, dal Teatro Massimo Bellini, da Piazza dei Martiri, dal porto, dagli Archi della Marina e dalla Stazione ferroviaria.
A volere la sua costruzione fu Vincenzo Guttadauro, barone di Pedagaggi, per esprimere la potenza e magnificenza della sua famiglia proveniente dalla lontana provincia, in ascesa a Catania grazie ai traffici commerciali.
Della costruzione del palazzo si occupò l’ingegnere Salvatore Zahra Buda, seguito da Mario Musumeci che completò il palazzo nel 1809.
Il palazzo però ebbe una vicenda abitativa complessa e intricata. Si perse poi la tradizione di chiamare il palazzo “Raddusa”, “Padagaggi” e “Calì”. Oggi è conosciuto come il “Palazzo di Scienze Politiche”.
Un’intricata storia familiare
Dietro la costruzione di questo edificio c’è però una storia familiare particolare: Vincenzo Guttadauro, barone di Pedagaggi aveva ricevuto in eredità dal padre, Don Enrico, I Principe di Emmanuel un’ala a sua scelta del vicino e più maestoso Palazzo Reburdone, il palazzo di famiglia. Vincenzo si trovava in forte contrasto con il fratello Luigi che invece aveva ereditato la parte più bella e grande dell’edificio.
La famiglia dei Guttadauro
Si trattava di una famiglia originaria di Mineo che, trasferitasi a Catania a fine 1600, voleva inserirsi nel circuito del potere delle famiglie nobiliari catanesi. Seguendo l’usus, volle costruire un grande palazzo vicino al porto, come avevano fatto i Biscari, i Platamone precedentemente e poi i Bonajuto. Ciò simboleggia appieno la competitività delle famiglie-istituzioni dell’epoca nel farsi spazio per esercitare la propria egemonia in città.
La famiglia nel 1787 acquisì il titolo principesco di Principi di Emmanuel ma non divenne mai una famiglia di primo piano della grande nobiltà catanese del Settecento. Tuttavia i Guttadauro costruirono due dei più imponenti e nobili palazzi della città nell’importante quartiere della Civita.
La struttura del Palazzo
Il palazzo si ispira al modello già sperimentato nel Palazzo Reburdone, progettato dall’architetto Francesco Battaglia. Il palazzo costituiva la struttura più moderna in quel momento in città. Presentava il modulo portale-androne-corte-scalone-loggia in prospettiva e l’infilata di stanze col salone angolare in fondo, tutto in stile barocco. Palazzo Reburdone era molto più grande. Palazzo Pedagaggi cerca di ricreare le stesse strutture.
L’edificio presenta quattro piani: al pian terreno le botteghe, al quarto piano i locali destinati alla servitù.
La facciata è abbastanza essenziale e composta, il palazzo è una costruzione geometrica maestosa. Si accede da via Vittorio Emanuele attraverso un grande portone con un portale caratterizzato da due colonne dalle grandi dimensioni che reggono il piano nobile, decorato con elementi neoclassici, e in particolare il grande balcone. L’ingresso immette in un atrio porticato, decorato con conchiglie, foglie, fiori e balaustre, realizzati in pietra bianca e pietra lavica. I decori si ritrovano sul portone, sull’androne, sullo scalone e sulla loggia.
Al centro si trova una grande vasca oggi usata come vaso per i fiori.
Gli interni e il salone delle feste
All’interno si accede attraverso un scalone monumentale in marmo bianco con altri decori floreali sul tetto. Al secondo livello è posto il cosiddetto piano nobile.
L’interno presenta molti corridoi e tantissime stanze. Fra quelle più belle troviamo il magnifico salone delle feste e la sala dal tetto con le decorazioni di fiori con oro zecchino. Le decorazioni dei tetti di queste due stanze, oggi usate come sale conferenze e di rappresentanza.
Il “salone delle danze”, oggi aula magna del dipartimento, presenta un affresco di pregevole qualità opera dell’artista di origine trapanese Giuseppe Errante (1760-1821) , uno dei protagonisti assoluti dello stile neoclassico in Sicilia.
Motivo principale del salone è il tema classico e mitologico, declinato con delle varianti su un’ampia volta a botte. La pittura crea effetti cromatici particolari che creano una particolare spazialità. Tanti sono i motivi decorativi dai fiori alle altre figure di foggia classica. Presenti anche medaglioni, cherubini, tempietti, Predominano i colori pastello. Particolari sono anche gli effetti cromatici che creano un bellissimo gioco. Il tutto è completato dai quadri che abbelliscano la parte superiore delle porte in legno che fanno accedere alla grande sala, sempre dal tema classico e mitologico, come da tradizione neoclassica.
Palazzo Pedagaggi, nome che pochissimi catanesi conoscono, presenta ancora una storia che ci dice molto del quartiere in cui si trova, la Civita, fatto di storie, memoria, personaggi e persone.
foto copertina di Sabrina Portale
Fonte testo: sito del dipartimento di Scienze politiche di Unict
