L’istinto della formica, il museo dei monaci benedettini in mostra al Castello Ursino

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CULTURA

L’istinto della formica, il museo dei benedettini in mostra al Castello Ursino

Il Santo Chiodo in esposizione al Castello Ursino di Catania

La collezione di arredi ed oggetti dei monaci benedettini possono essere scoperti grazie all’esposizione “L’istinto della formica” all’interno del Museo Civico del Castello Ursino di Catania. Inaugurata lo scorso 30 marzo e visitabile fino al 10 ottobre, la mostra è stata curata dall’amministrazione comunale, dall’Università di Catania e da Barbara Mancuso. Quest’ultima ha permesso di mettere in risalto una serie di pezzi preziosissimi, selezionati dopo un attento studio condotto insieme ad un gruppo di esperti e di studenti.

Abiti sacri dei monaci benedettini in mostra al Castello Ursino di Catania

Abiti sacri dei monaci benedettini in mostra al Castello Ursino di Catania

“L’istinto della formica” al Castello Ursino di Catania

Nella location suggestiva del Castello Ursino sono stata travolta dalla preziosità dei pezzi che il museo benedettino antico deteneva. Le opere esposte non vedevano luce da secoli e adesso sono visibili al pubblico catanese e ai turisti in visita alla città. Le suddette opere ed oggetti facevano parte delle collezioni che i benedettini custodivano gelosamente all’interno del museo archeologico al Monastero tra il 700 e l’800.
Oggi, grazie a questa nuova mostra, vivono una vita nuova, dopo essere finiti per lungo tempo nel dimenticatoio. Tra i ritratti dei monaci fondatori del museo (Vito Amico, Placido Scammacca e Emiliano Guttadauro) e le ricchezze degli arredi sacri dei monaci, inizio ad incamminarmi tra le stanze del Castello, attraversando una buona parte della storia catanese.

L'opinione di Dominique Vivant Denon dopo aver visitato il museo dei monaci benedettini

L’opinione di Dominique Vivant Denon dopo aver visitato il museo dei monaci benedettini

Tra gli antichi pezzi in esposizione vi è pure uno dei chiodi con cui Gesù Cristo è stato crocifisso. Esso ha da sempre rappresentato per i monaci benedettini uno dei più importanti possedimenti antichi.
Proseguendo tra le opere di Donato Del Piano, offrite ai monaci nel 1775, le pitture del Profeta di Ribera e il Ritratto di Gentiluomo di Domenico Theothokopoulos (detto El Greco) è possibile conoscere le tradizioni e le abitudini dei monaci benedettini.

Si può scorgere una vasta selezione di bronzetti moderni, nonché i bozzetti delle pale d’altare della chiesa di San Nicolò. Tra i reperti medievali vi sono anche due tavoli di preziosissimo intarsio in avorio della metà del 500 ed una scultura gaginiana rinascimentale. La collezione dei monaci benedettini comprendeva infine numerose copie dall’antico, in linea col gusto settecentesco per il mondo classico.

Perché la mostra è stata chiamata “L’istinto della formica”?

Quando nel lontano 1779 il primo direttore del Musée du Louvre, Dominique Vivant Denon, ha visitato il museo al Monastero dei Benedettini, ha affermato che in questa collezione, così come in tutte le collezioni dei monaci, si riscontra l’istinto della formica che raccoglie ed accumula, sempre con la stessa passione, il chicco di grano e l’inutile pezzo di legno. Tramite la “felicità” di questo istinto, ha spiegato Dominique, sono nate le prime collezioni dei monaci.

L’istinto della formica, il museo dei benedettini in mostra al Castello Ursino ultima modifica: 2017-09-18T10:52:31+02:00 da Valentina Friscia

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