Clelia Adele Gloria è un’icona del futurismo degli anni Trenta dalle origini catanesi. L’unica donna futurista dell’isola, artista poliedrica, fu pittrice, poetessa, fotografa, scultrice e anche giornalista. Purtroppo sconosciuta ai molti, rappresenta un’eccellenza catanese il cui impegno nel campo dell’aeropittura e dell’avanguardia non può più essere ignorato.
Chi era Adele Gloria?
Adele Gloria, nasce a Catania il 9 febbraio 1910. Un’artista eclettica, “totale” secondo i canoni del movimento futurista. Strinse diversi legami con le persone illustri del tempo, tra cui: Nino Zuccarello, Giacomo Etna, Giuseppe Franco. Note le sue amicizie con il futurista messinese Giulio D’Anna, Guglielmo Jannelli e con il pittore Guttuso.
La notorietà giunse a seguito del suo incontro con il maestro Filippo Tommaso Marinetti, che durante una conferenza al Club Lyceum di Catania, declamò in pubblico una sua poesia per svelarne solo dopo l’appartenenza alla giovane Adele. Questo le valse la laurea a poetessa futurista direttamente dal Maestro e segnò l’inizio della sua carriera artistica.
Adele Gloria e le feste mondane
Studiando il personaggio di Adele Gloria, ciò che risalta subito all’attenzione è il suo essere “avanti“, rispetto ai suoi tempi, un certo esempio di emancipazione femminile per la sua epoca.
Una donna che viaggia in aereo ed in treno, che non si ferma davanti a nulla, con la curiosità tipica di un artista completo. Una donna che ama le feste, partecipare ad eventi ed essere al centro della scena. Proprio gli incontri mondani, spesso da lei organizzati, erano il miglior modo per poter prendere contatto con gli artisti del tempo. Contatti che le hanno permesso di farsi spazio nella scena artistica catanese, ma non solo. Tuttavia la vita di Adele Gloria si normalizzerà ben presto soprattutto, quando, trasferitasi a Roma per seguire il suo sposo Rizieri Grande, un giornalista sportivo, abbandonerà le conferenze, le feste e i viaggi.
Adela Gloria e le sue opere
Il suo dipinto più noto, Zanzur dall’alto, è stato esposto alla II Quadriennale e nella I Mostra femminile d’arte del GUF di Catania del 1939. Alla mostra futurista allestita nel Palazzo Ducale di Mantova nel 1933 espose ben quattro dipinti (Spasimo o Tormento di seminarista, Carcere, Città addormentata, Emozioni di velocità).
Senza dimenticare il dipinto Carcere a Milano che il pubblico ammirò per la prima volta nella mostra omaggio futurista a Umberto Boccioni.
Il maggior successo in campo letterario lo raggiunge con la pubblicazione nel 1934 della raccolta di liriche F.F.S.S. “89” Direttissimo, presso le edizioni Glory Publishing Company.
Nel 1935 è presente alla II Quadriennale di Roma e si dedica alla scultura e alla fotografia e nella parte finale della sua vita anche alla moda, curando una rubrica di moda sul quotidiano catanese Il popolo di Sicilia: si tratterà per lo più di “disegni sintetici” firmati con pseudonimi diversi (Clelia, Delia, Gloria).