Un altro appuntamento, nella più ampia rassegna Reconquista ciclistica, volto a far luce sui percorsi senz’auto della città. Un’occasione volta a sensibilizzare l’opinione pubblica catanese su una mobilità alternativa a quella dominante. Il Secondo Cicloevento ha avuto come focus la rivendicazione di spazi ciclopedonali. L’intento è rendere possibili, in sicurezza, gli spostamenti di chi non dispone di un mezzo privato.
Itinerario svolto
Il Secondo Cicloevento si è svolto domenica 15 gennaio. L’appuntamento, come la volta precedente, è stato alle 9:30 davanti il Museo dello Sbarco. Si è proseguito da piazza Duomo verso la zona della Playa attraversando via Domenico Tempio. Quest’ultima è una strada priva di segnaletica ciclabile e di spazio per i pedoni. Lungo la zona della Playa vi è la prima rotonda, anch’essa impercorribile per chi si sposta a piedi. Il tratto ciclabile presente consta di un marciapiede in cui sostano le automobili. Chi parcheggia non si rende conto di quanto danneggia il tracciato col peso dell’auto parcheggiata.
La zona della Playa è stata nuovamente asfaltata. Ciononostante le bici non trovano spazio e si predilige far parcheggiare le macchine davanti i lidi, soprattutto durante la stagione estiva. La zona della Playa ha trovato ristrutturazione fino alla seconda rotonda, in cui si è iniziata ad adibire una nuova illuminazione con nuovi pali.
Secondo Cicloevento: la situazione dell’oasi del Simeto
Si è attraversata tutta la Playa fino alla strada Primosole, percorrendo il viale Kennedy. La riapertura del porto consentirebbe ai ciclisti di raggiungere quest’ultimo, invece che attraversare via Domenico Tempio, invasa dai mezzi a motore. Si giunge a Torre Allegra, quindi lungo l’oasi del Simeto, dove sfocia il fiume. Un luogo totalmente abbandonato a se stesso. Anzitutto i cicloattivisti catanesi dimostrano l’assenza di un percorso ciclopedonale che consenta a chi muove in bici di spostarsi in sicurezza.
Si auspica la realizzazione da ponte Primosole, nonché lungo l’argine superiore lato nord del Simeto, di una greenway. Un percorso naturalistico che giungerebbe fino alla riserva di Ponte Barca di Paternò, il quale porterebbe un notevole riscontro anzitutto a livello turistico. La greenway inoltre incarnerebbe ciò che costituisce il concetto di decrescita e incoraggerebbe chiunque a percorrerla.
Un percorso, quindi, di valorizzazione del territorio e della valle del Simeto. Ma Torre Allegra è lasciata a se stante, mancano i servizi necessari per visitatori e turisti, come un’adeguata segnaletica. Un luogo che, invece di essere valorizzato e fatto conoscere per la sua bellezza, trova deturpamento. All’ingresso vi stanno nuovi capannoni industriali, ossia zone di carico e scarico per la distribuzione, dove un tempo vi erano campi agricoli.
Il segno lasciato dall’evento
Nel Secondo Cicloevento, oltre a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla mobilità sostenibile, si considera l’importanza del rapporto con Madre Natura. L’oasi del Simeto è un luogo di armonia e potrebbe divenirlo maggiormente se viene curato. Un aspetto che si incastra con una mobilità più lenta, quindi con un percorso ciclopedonale ben tenuto e soprattutto senza l’invasione di automobili. I tempi attuali rendono sempre più incombente un cambio di rotta rispetto al modello autocentrico, il quale rende città e contesti sempre più invivibili. Un modello che inoltre porta diseconomie di scala con inquinamento, stress, costi sempre più ingenti, caos, incidenti stradali e altro ancora. Si auspica la realizzazione e il consolidamento di alternative che rendano possibile vivere senz’auto.