La lunghissima storia di Catania è contornata da numerosissimi siti e zone scomparse nel corso del tempo a causa delle molteplici intemperie che si sono abbattute sulla città. Un quartiere che ha contraddistinto la Catania del post terremoto fu quello del Tindaro, oggi collocabile nell’attuale rione dei Nuovi Cappuccini. In questo luogo, vi erano diversi siti d’interesse che, purtroppo, sono scomparsi negli ultimi secoli. Il Bastione del Tindaro, la Chiesa del Tindaro e la casa dell’organaro Donato del Piano.
Il bastione sopravvissuto
Sopravvissuto alle intemperie che hanno raso al suolo la Catania seicentesca, questo Bastione nasconde misteri e storie celate agli occhi dei catanesi. Inizialmente fu sistema difensivo della città nel ‘500. Poi divenne confine perimetrale del giardino dei Benedettini. I monaci, infatti, lo acquistarono per delimitare l’immensa area al verde del loro complesso monastico. Inoltre, veniva utilizzato anche per portare le mercanzie all’interno dello stesso Monastero.
Si narra che il nome Tindaro, che evoca colui che nella mitologia greca fu re di Sparta e padre di Elena, derivi, per l’appunto, anche dalla zona omonima, oggi conosciuta come Cappuccini Nuovi. Nel 1669, la colata lavica non risparmiò neanche questa fortificazione muraria, che fu parzialmente sommersa creando un banco di pietra lavica tutt’oggi visibile nell’omonimo vicolo.
La chiesa demolita del Tindaro
La chiesa del Tindaro, insieme al convento dei frati cappuccini e alla chiesa di Mano Santa, era una delle tre chiese presenti al Tindaro. Sorgeva nella via omonima e fu demolita per far spazio alla costruzione dell’Ospedale Vittorio Emanuele e del Liceo Spedalieri. Al suo lato vi era un bellissimo campanile che sovrastava il piccolo sobborgo e all’interno un bellissimo organo, ma è difficile capire se anche questo sia stato costruito dal del Piano. La sua facciata era molto semplice e alla sommità della porta d’ingresso, vi era un uccello dentro uno scudetto in pietra calcarea. Nonostante la chiesa fosse molto piccola, una sua peculiarità riguardava la presenza di ben diciassette dipinti in forma ovale che, con ogni probabilità, furono smarriti durante la demolizione.
Donato del Piano: l’organaro fedele ai Benedettini
Il Bastione del Tindaro non si ricorda soltanto perché fu uno degli undici baluardi architettati dal Ferramolino, ma anche per aver ospitato la casa di Donato del Piano, edificata proprio in cima al bastione. Il del Piano, nato in provincia di Napoli nel 1704, si trasferì a Catania a metà del XVIII secolo, divenendo sacerdote nel 1743.
Qualche anno più tardi, nel 1755, realizza l’organo a canne della chiesa di San Nicolò la Rena, che ancora oggi è possibile ammirare in tutto il suo fascino e suggestione.