A Catania esiste una bellezza nascosta, la fontana di Proserpina. Chi la realizzò? Curiosità e leggende. Scopriamolo insieme
Vicino la stazione di Catania, in Piazza Giovanni XXIII nascosta e non ben visibile, in tutta la sua maestosità si trova una delle fontane piu’ belle della città: La Fontana Proserpina. Una bellezza nascosta da valorizzare e far conoscere.
Seppur distante dal cuore della città, all’occhio attento del passante non sfugge per il suo splendore artistico. Fu costruita nel 1904 ad opera dello scultore Giulio Moschetti. L’obbiettivo era abbellire la zona adiacente la stazione che in quell’epoca era meno popolosa. Lo scultore venne incaricato su commissione di realizzare una fontana che servisse a rendere la zona della stazione accogliente e di bell’aspetto.
Il Mito
Moschetti nel realizzare l’opera monumentale, scelse come tema mitologico, il Ratto di Proserpina. Il mito risale ad un antica leggenda siciliana. Secondo il mito greco, in sicilia la dea Proserpina, venne rapita da Plutone dio dell’Oltretomba. Egli l’aveva costretta ad amarlo e al matrimonio non corrisposto. Tuttavia Plutone venendo incontro alle preghiere della madre di Proserpina, concesse alla moglie di allontanarsi per brevi periodi. Primavera ed estate, trascorsi i quali tornava negli inferi al suo fianco. Proserpina rappresenta dunque il simbolo dei viaggi seppur limitati.
La scultura
Lo scultore realizzò l’imponente opera tra le piu’ grandi della Sicilia, collocando la Dea Proserpina, il marito, insieme ad una schiera cavalli marini e sirene. Il Dio Plutone è rappresentato in tutto il suo vigore, evidenziato dal corpo possente, rappresentato da un volto di risentimento per via della resistenza di Proserpina. Dall’altro la dea Proserpina raffigurata in un corpo esile e sguardo disperato, la quale tenta di dimenarsi invano per sfuggire al destino. I due protagonisti vennero rappresentati nel momento del rapimento in cima ad un rialzo roccioso. Una dinamica di corpi intrecciati che le conferiscono un forte realismo.
I personaggi sono avvolti nel pathos: un rialzo roccioso generato dalla terra madre in cui, Plutone afferra in modo fulmineo Proserpina, la quale si dimena invocando aiuto. I cavalli marini rappresentati ai piedi delle statue, sono impennati ed imbizzarriti per richiamare la drammaticità del momento. La scultura venne realizzata in cemento grezzo lisciato per il costo ridotto rispetto al pregiato bronzo. La vasca di maggiori dimensioni rispetto al gruppo scultoreo, ha una forma irregolare sia in profondità che in geometria, con punti alti e bassi. Sporgenze che determinano un bel gioco d’acqua che sgorga dai vari punti collocati intorno. La sera al calar del sole, le luci poste al suo interno regalano uno spettacolo suggestivo e scenografico.