Suor Roberta: la scelta, il dono, la libertà

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INTERVISTE Viagrande Studios

Suor Roberta: la scelta, il dono, la libertà

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Ecco il racconto di un piccolo grande incontro: Intervista a Suor Roberta Perego a cura di Giovanna Valenti, studentessa della Scuola Biennale di Scrittura e Storytelling di Viagrande Studios, per il progetto “A tu per tu con gli eroi di tutti i giorni

Esistono tanti “eroi di tutti i giorni”, figure che portano avanti ideali, sogni, obiettivi che mostrano quella splendida magia della vita grazie alla quale siamo tutti uguali, ma in maniera differente. Per questo ho deciso di intraprendere un viaggio dentro la dimensione religiosa, spesso apparentemente lontana dal quotidiano, ma inevitabilmente intrinseca in ognuno di noi. Il mio graditissimo Virgilio – anche se sarebbe più calzante dire che sia stata la mia splendente Beatrice – è stata Suor Roberta.

Suor Roberta si è presentata a noi – studenti della Scuola Biennale di Scrittura e Storytelling di Viagrande Studios, con un’innata eleganza nei gesti, nei movimenti, nell’accuratissimo utilizzo delle parole. In punta di piedi e con un filo di voce è riuscita ad aprire le nostre menti grazie alla sua sincerità disarmante e a quella gentilezza materna che nell’immaginario comune contraddistingue il suo ruolo sociale.

Intervista Suor Roberta- Scuola Biennale di Scrittura e Storytelling di Viagrande Studios - Linguaggi Social
Intervista Suor Roberta- Scuola Biennale di Scrittura e Storytelling di Viagrande Studios – Linguaggi Social- in classe

Inizia tutto con una domanda forse banale, ma che cambia nel profondo grazie al vissuto di chi decide di rispondervi: perché la vita religiosa? Come, quando?

«Sono nata in un contesto religioso, mia nonna e mia mamma mi accompagnavano a messa ogni domenica. C’è stato un evento nella mia vita che ha segnato un solco tra il passato e il futuro, un evento tragico: la morte improvvisa di un cugino che aveva solo 20 anni. In quel momento è nata spontaneamente una domanda: ma che senso ha questa mia vita che continua e che senso ha questa vita giovane interrotta – racconta Suor Roberta – Questo mi ha portato molto lontano, anche sulla strada del rifiuto, della ribellione, del non capire. Poi, piano piano, questa domanda ha continuato a essere forte dentro di me e nella ricerca di una risposta è nata la scoperta. Ho scoperto cioè che forse per me poteva esserci una vita diversa, una vita che non fosse quella matrimoniale.

La risposta è passata attraverso un incontro con persone significative e l’impegno con i più piccoli, un semplice doposcuola. Questo uscire da me stessa, aiutare, poter dare una risposta concreta agli altri mi è servito a comprendere. Si tratta di una risposta mai definitiva, ma importante. Ho capito che Gesù faceva parte della mia vita e chiedeva tanto, forse tutto. Non senza stupore o incertezza, il percorso è cominciato e dura adesso da 38 anni».

Si parla spesso di scelte, specialmente se si pensa a una vita di devozione, di fede. Una fede che richiede un sacrificio, una rinuncia. Ad alcuni potrebbero sembrare condizioni complesse, quasi impossibili, così ho chiesto a Suor Roberta se mi aiutava a rompere il pregiudizio che ritrae le suore come donne “costrette”. 

Lei ha risposto ponendoci di fronte a una verità inattaccabile: le scelte comportano rinunce in ogni ambito della vita. «Le suore – continua nel confronto con noi studenti – fanno tre voti: castità, povertà e obbedienza. In questo cammino, in ogni cammino che accompagna alla decisione definitiva, ciascuno coltiva la propria libertà di scelta. Io mi sono sempre sentita libera, nessuno mi ha costretto. Certamente anche io posso sentire a volte fatica, sentimenti di ogni genere, come la nostalgia. Posso sempre decidere di andarmene e fare altro, ma questo percorso è una scelta continua: bisogna solo accettare il fatto che a volte è più leggera e altre meno leggera».

Intervista Suor Roberta - in classe con gli studenti della Scuola Biennale di Scrittura e Storytelling di Viagrande Studios
Intervista Suor Roberta – in classe con gli studenti della Scuola Biennale di Scrittura e Storytelling di Viagrande Studios

Emerge allora un dettaglio che, forse, sfugge a molti. Un dettaglio che, per fortuna, non è sfuggito a noi studenti nella nostra conversazione con Suor Roberta. Dedicarsi alla vita religiosa non annulla le peculiarità personali dell’individuo. 

Nella fede si ritrovano passioni recenti e datate, come quegli istinti naturali dentro cui ci si riconosce. Si parla di cura, di attenzione al dettaglio, dell’impegno necessario a fare ogni cosa al meglio. Così ho chiesto a Suor Roberta se possiede un dono “creativo”.

«Mi piace presentare bene la tavola, curare i particolari anche nelle cose più ordinarie – ci racconta – Ad esempio, nella preparazione della liturgia dispongo i fiori in un certo modo, creo l’ambiente, mi piace essere attenta ai particolari. La mia scelta religiosa segna ed è segnata dal mio essere femminile, con tutte le caratteristiche tipiche di una donna».

Spinta dalla curiosità le ho chiesto allora quali sono gli obiettivi per cui combatte ogni giorno e cosa fa per fa per portarli a termine?

Anche su questo fronte Suor Roberta ci ha aperto a una nuova consapevolezza. Un tipo di conoscenza di sé e del mondo intorno a noi che spesso viene a mancare nelle vite frenetiche di tutti i giorni. Parlare di cura e di attenzione si tramuta dunque in un’esaltazione di quello che vive intorno a noi e con noi, un’intera Terra piena di sfide grandi e piccole, difficili o meno, quotidiane e a lungo termine: «Ogni giorno un mio obiettivo è quello di rimanere fedele perché la scelta definitiva va rinnovata – aggiunge – Il secondo è quello di fare bene le cose che mi vengono chieste. Non tirarmi indietro ed essere presente, farlo in un certo modo, non trascurando nulla, non polemizzando.

Il mio terzo obiettivo è incontrare serenamente le persone ed essere disponibile per loro. Penso al Vangelo come riferimento per uno stile di vita praticante. La parola di Dio ci educa, ci illumina, ci sprona, ci mette in discussione e per quanto mi riguarda nella parola di Dio trovo due concetti importanti: uno è il Servizio. Ci porta ad accorgerci che ci sono altri intorno a noi. L’altro è la Speranza. La morte non è mai l’ultima parola, e intendo una morte che non è solo fisica, ma anche mentale. Non è mai l’ultima parola. Vuol dire che c’è sempre una speranza. Per me esistono questi due binari».

Credo che la religione possa essere ancora “innovativa”, anche se forse spesso si dimentica. Cosa può insegnare la religione a noi giovani d’oggi?

«La religione può insegnarci a credere in noi stessi. Ciascuno di noi è prezioso agli occhi di Dio perché vale il sangue di Cristo. Per una come me vuol dire credere nel dono della vita ricevuta. Io sono preziosissima perché Lui è morto per me, per noi. Questo è da protagonisti, non è un messaggio unicamente religioso. Credo in quello che sono e in quello che posso diventare. L’altra cosa importante è il sentirsi parte di una comunità e quindi responsabili, costruttori insieme, solidali, appartenenti a una comunità, al genere umano e proprio nella solidarietà sociale. Ognuno di noi ha una missione da compiere e occorre prepararsi per farlo bene, con competenza, puntualità, bellezza, bisogna realizzarlo al meglio, senza improvvisare» spiega Suor Roberta.

Se si può trarre insegnamento da ogni piccola e grande cosa al mondo, se grazie all’attenzione e alla cura possiamo riscoprire il bello della vita e il buono in ognuno dei nostri fratelli, perché alcuni non vedono Dio? Dove cercarlo?

«Io vedo Dio nella sua parola, per me Dio è vivo lì. Poi lo vedo nei poveri, nelle persone prive di tutto ma che mantengono una loro dignità, una loro forza di vita. Lo vedo in tutto ciò che è bello, tutto ciò che mi parla di bellezza, di cura. Lo vedo nella bellezza della natura ma anche nella sua complessità. Questa visione apre l’animo e il pensiero che ci sia Qualcuno. Nell’ordine delle cose e per come funzionano le cose: lì vedo Dio. Anche dove non c’è ordine, anche dove sembra difficile vederlo lui c’è, non tanto come presenza, ma come se mi dicesse “Io sono qui, ricomponi l’ordine per vedermi meglio”». 

Ed è così che ciò che avevo immaginato come uno scambio di idee è diventato un vero e proprio incontro di vita, l’incontro con un mondo che non ha soltanto dato risposta ai nostri “perché”, ma che per poche ore – e forse per molto di più – ha trovato spazio dentro chi forse non pensava di avere più un posto in cui mettere nuovi pensieri. 

Si dice che avvicinarsi a Dio non è poi così difficile come può sembrare e che si può comprenderne la sua parola anche senza conoscerla del tutto. Il nostro incontro con Suor Roberta ci ha dato la prova di quanto la comunità di uomini, di cui lei parla, sia presente e viva. Di come sia bisognosa di nutrimento e passione che la accrescano. Se la gioia sta anche nelle piccole cose, come il silenzio e lo stupore di chi ha assistito alle parole della nostra intervistata, allora è certo che esistono modi splendidi per vivere e conoscere la vita: non resta che scoprirli tutti. 

Intervista a cura di Giovanna Valenti, studentessa della Scuola Biennale di Scrittura e Storytelling di Viagrande Studios

Suor Roberta: la scelta, il dono, la libertà ultima modifica: 2023-01-24T22:56:25+01:00 da Redazione

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