Gli è stata da pochi giorni dedicata una sagra che celebra la sua peculiarità, stiamo parlando del Trunzu di Jaci, un cavolo rapa, coltivato nel territorio di Acireale e in molte delle sue frazioni e comuni limitrofi come: Aci Sant’Antonio, Aci San Filippo, Aci Catena, Aci Bonaccorsi, Acitrezza, Aci Castello.
In maniera limitata, la sua coltivazione sta prendendo piede anche nelle aree etnee di Milo e Adrano.
E’ un ortaggio che appartiene alla famiglia delle brassicacee e ai cruciferi e ingloba cavoli, cavoletti, broccoletti, cavolfiori. U trunzu è molto diffuso in Sicilia orientale ed è alla base di molte ricette tipiche della nostra zona. E’ riconosciuto quale prodotto sloow food ed è diventato protagonista al Salone del Gusto di Torino del 2013 e del 2014. Largo impiego ha avuto come ingrediente in alcuni programmi televisivi di successo come MasterChef Italia. Questo ortaggio è molto apprezzato sia per le sue proprietà benefiche che per il suo gusto.
Origine e significato del nome “Trunzu“
Quella del “trunzu” è stata in passato una delle produzioni più abbondanti delle campagne etnee, soprattutto della zona dell’acese.
Il nome trunzu dal termine spagnolo “trompicar”, che significa inciampare e identifica il troncone, il ‘torsolo’, il fusto del cavolo. Con spregio i catanesi, soprattutto in passato, erano soliti rivolgersi agli acesi con l’appellativo dispreggiativo di trunzu, col significato di ‘testa di rapa’ o di persona inconcludente.
Tante sono le espressioni locali in cui ricorre questa parola. Ecco le più pregnanti:
“Trunzu trunzu” col significato di sfacciatamente.
“Pàmpina assumiglia a trunzu” è un’espressione che indica che spesso il figlio assomiglia al padre.
“Arristari a trunzu” significa rimanere fermi e inerti in mezzo alla strada. (Approfondisci cliccando qui: http://www.salviamoilsiciliano.com)
Dalle bancarelle dei mercati ortofrutticoli di tutta la provincia di Catania a presidio Slow Food
Quella del trunzu è una coltivazione tipica della zona etnea ed è una verdura crucifera dalle caratteristiche uniche. Come per altri prodotti della stessa area, il colore e le proprietà vengono influenzate dal territorio lavico. Proprio gli elementi tipici dell’Etna fanno in modo che questo particolare cavolo rapa assuma il colore violaceo, come nel caso del broccolo o cavolfiore violetto o del carciofo. Anche il gusto deriva da questo connubio di elementi.
Ha piccole dimensioni anche se caratterizzato da grossi e lunghi rami. La parte edule è quella violacea. Si coltiva tra maggio e giugno, tra ottobre e novembre.
Era, negli anni passati, protagonista nei mercati ortofrutticoli di Catania. Il periodo d’oro di questo ortaggio è stato negli anni Cinquanta, ben presto venne soppiantato da altre produzioni. Oggi il trunzu di Jaci è divenuto una varietà molto ricercata e commercializzata in tutta Italia, grazie alla specifica di presidio slow food, sostenuto dall’Assessorato delle risorse agricole e alimentari della Regione Siciliana. Per quanto riguarda l’area etnea, questo marchio è stato assegnato alle mele dell’Etna, al pistacchio di Bronte, alla provola dei Nebrodi e al suino nero.
La sagra: u’ trunzu di Jaci
Nata nel 2017, questa sagra ha raggiunto con successo la terza edizione. Si è tenuta dal 5 al 7 luglio ad Acireale, all’interno della piazza Cappuccini oggi intitolata a Peppino Impastato, dove si è dato spazio a tante degustazioni di pietanze a base di Trunzu come pasta, salciccia, insalate e arancini e anche torte e dolci proposti in veste tradizionale e innovativa. Questo prodotto sta destando sempre più curiosità ed interesse a livello nazionale.
La sagra è nata con lo scopo di promuovere, far conoscere, destinare nuovamente al consumo abituale, questo particolare prodotto del territorio e della splendida città di Acireale, una delle capitali del barocco siciliano.
Proprietà e ricette
U’ trunzu di Jaci è una verdura salutare e ricca di benefici per il nostro organismo. Dovremmo tutti incentivarne l’uso. E’ un ingrediente versatile, completo e può essere preparato in mille modi. E ‘ricco di vitamina C, contiene molti minerali e ha proprietà antiinfiammatorie e antiossidanti e fitoterapiche. Svolge anche un’ azione depurativa e, secondo alcuni studi, previene l’insorgere di diverse patologie neoplastiche. Aiuta inoltre a mantenersi in forma grazie al suo basso contenuto calorico e a contrastare la cellulite.
Si mangia in diverse varianti sia crudo che cotto. E’ impiegato crudo in insalate o può essere gustato con delle salse. Se cucinato si fa bollito o stufato, per accompagnare i secondi di carne. Inoltre è largamente usato in piatti tipici come pasta con pomodoro e come gustosa variante della tipica pasta con le sarde.
Innovativo il suo utilizzo nelle bevande e nei cocktail alcolici.
Fonte foto copertina: https://www.flickr.com, autore: Alessio Ricci.
Fonte: http://www.vdj.it