Storia di una capinera: tra cinema, luoghi e drammi esistenziali – itCatania

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CULTURA

Storia di una capinera: tra cinema, luoghi e drammi esistenziali

Storia di una capinera: trasposizione cinematografica di un romanzo di Verga

Storia di una capinera: film ambientato a Catania

Altro film che rievoca il cuore pulsante di Catania. Altra pellicola cinematografica girata, con tutte le vicissitudini rappresentate, tra le sontuosità della città. Storia di una capinera (1993), regia di Franco Zeffirelli, è un film tratto dall’omonimo romanzo di Giovanni Verga. Una storia permeata di Verismo, poiché è molto evidente lo struggimento della protagonista.

Trama del film

Maria Vizzini (Angela Bettis) è una giovane novizia a cui tocca, insieme alle compagne di fede, abbandonare il convento a causa dell’epidemia di colera. Ella così torna a casa dal padre della matrigna. E’ un periodo in cui, tra passeggiate e convivialità, conosce il mondo oltre il convento, restando sorpresa pure per ciò che risulta più scontato. Incontra Nino, giovane affascinante e colto di cui si innamora. Il sentimento pare ricambiato e Nino incita Maria a rivedere le sue priorità, se la vocazione è davvero ciò che sente nel cuore. Lo sguardo, la voce, il sorriso di Nino rimbombano in lei perché questi sposa la sorellastra e vanno a vivere vicino il convento.

Maria ha modo di conoscere suor Agata, una donna che in gioventù si era perdutamente innamorata ma ciò non coincideva con la vita impostale. Questa restava segregata in uno spazio angusto del convento in quanto considerata pazza. Maria temeva la sua stessa sorte, perché anche lei spinta dalla matrigna rigida alla vocazione. Così ella, una notte buia e piovosa, si reca a casa di Nino e della sorellastra. Confessa al primo il suo dolore e il suo struggimento. Dopo aver chiarito i sentimenti reciproci, Maria torna accompagnata da Nino al convento; ella ritiene che quello sia il suo percorso di vita. Adesso però è più fiduciosa verso se stessa, rendendosi conto che l’amore non è un peccato ma un sentimento che eleva, nonostante le avversità. Nella scena finale le novizie si preparano alla vocazione definitiva.

Storia di una capinera: arco di san Benedetto, punto di riferimento per varie scene del film
Arco di san Benedetto, punto in cui diverse scene del film sono state girate ph Angela Strano

Storia di una capinera: luoghi del set

La pellicola trova rappresentazione in vari luoghi che dispiegano la magnificenza di Catania. Il collegio dei Gesuiti è il posto da cui escono le novizie per andare con le famiglie a causa del colera. L’arco in cui Maria e Nino si congedano è quello di san Benedetto. Il matrimonio tra Nino e Giuditta è ambientato presso la chiesa di san Benedetto. Tutti luoghi ubicati in via Crociferi. Nella scena iniziale trova inquadratura piazza Duomo. Il chiostro del convento corrisponde al cortile di palazzo dell’Università. Molte scene trovano ambientazione attorno la zona dell’Etna. Qui Maria osserva tutto lo splendore di Madre Natura. In ultimo Storia di una capinera si dispiega in edifici ubicati a Viagrande, Noto, Palazzolo Acreide.

Riflessioni ricavabili dal film

Una pellicola cinematografica che richiama al contempo sontuosità per via dei luoghi in cui trova rappresentazione, e struggimento morale. Maria Vizzini, la protagonista, si trova in forte conflitto tra la catarsi dell’amore e le sovrastrutture religiose in cui è cresciuta. Ella si ritrova a contrastare pure l’autorità da parte della famiglia, in particolar modo della madrina, che la vuole necessariamente suora. Maria ha rischiato di rimanere divorata dai sensi di colpa, complice pure il contesto il quale si riferiva, senza mezzi termini, all’amore come una colpa. Ma alla fine la giovane riesce a conciliare amore e vocazione, senza che possano essere elementi contrastanti tra loro.

Storia di una capinera può essere interpretato pure come un percorso di crescita della protagonista. Ella infatti passa dall’essere ragazzina al divenire più adulta, poiché riesce a rendere alleate le sue paure. Dalla fanciulla dagli occhi sgranati poiché vede il mondo all’essere artefice della sua vita. Il finale del libro è più drammatico. Ma, sia a livello cinematografico che letterario, traspare la corrente verista. Si tratta di situazioni comuni e reali per quei tempi (Catania, seconda metà dell’ ‘800).
Una pellicola cinematografica la quale vale la pena di essere guardata. E’ peculiare sia per la sua rappresentatività, sia per i significati che si possono cogliere.

Storia di una capinera: tra cinema, luoghi e drammi esistenziali ultima modifica: 2021-07-20T10:30:00+02:00 da Angela Strano

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