Alzarsi da letto e affrontare una salita ripida non è uno dei pensieri più piacevoli su cui soffermarsi nei primi minuti della giornata. Eppure per chi da via Etnea, deve raggiungere la cima della collina di Montevergine, la tappa che sembra obbligatoria è via di Sangiuliano. Una delle maggiori direttrici di Catania che, per una buona metà, si dispiega in una lunga e ripida salita. Tra gli habitué di questa fatica mattutina ci sono i tanti studenti che si dirigono verso il Monastero dei Benedettini. Potevo annoverarmi tra questi temerari, finché non ho scoperto una via alternativa: via dei Crociferi. Più che una strada un set barocco che incanta i passanti, uno scrigno che racchiude non solo edifici monumentali, ma anche una leggenda che ha per protagonista un Cavallo senza testa.
Dalla scalinata bohémien al barocco di Via dei Crociferi
Per quanto possa fare piacere svolgere dell’attività sportiva, camminare lungo la salita della via di Sangiuliano a Catania, dopo un po’ stanca. Tanto fisicamente quanto psicologicamente. L’ho sperimentato più volte come molti studenti dell’Università di Catania. Soprattutto quando le lezioni nelle aule di piazza Università si susseguono a quelle nelle aule dei Benedettini. Accelerare il passo in questa salita molto spesso non basta per arrivare in tempo. Per questo dopo qualche mese, trovare una via alternativa diventa una necessità. Una situazione che può essere sfruttata anche per scoprire nuovi angoli della città. E se proprio una salita bisogna farla, proviamo ad affrontarla attraverso una più comoda scalinata. Si tratta della scalinata di via Alessi.
La scalinata di via Alessi
Dai balconi che si affacciano sulla via fluttuano degli addobbi colorati. I loro colori spiccano per il contrasto con il nero degli scalini in pietra lavica. Ondeggiano in sincronia con il vento e donano a via Alessi un’atmosfera sognante. Perfetta per illudersi di essere ancora a letto, che quello sia un sogno e che quindi la fatica non esista. Qui è facile dimenticarsi dello sforzo della salita perché tanti dettagli attirano l’attenzione su di loro. Murales, locandine di eventi, bicchieri abbandonati dagli avventori dei locali della via. Il fatto che lì ci siano alcuni di questi elementi è opinabile. Che sia la loro presenza a donare alla scalinata un aspetto bohémien e trasandato, è oggettivo.
Piccoli sotto il cielo del barocco
Lo sguardo riempito dall’aspetto trasandato e sognatore di via Alessi si prepara ad ammirare un nuovo e diverso spettacolo in via dei Crociferi. Uno stupore che si amplifica per effetto di uno dei contrasti tipici di Catania. Non stiamo parlando dell’alternanza dei colori bianco e nero tipici dell’architettura catanese. Piuttosto si tratta del contrasto tra le due anime di Catania. Semplice, unta, colorata e folkloristica da una parte e dall’altro lato elegante, imponente e maestosa. In cima alla scalinata non si ha il tempo di valutare se la salita è stata stancante o meno. Immediatamente le pupille si dilatano e le labbra si dispiegano in un’espressione di stupore. Il barocco siciliano caratterizza ogni angolo e riesce perfettamente nel suo intento di sbalordire l’osservatore.
L’Arco trionfale di San Benedetto
Palazzi, chiese grandiose, ex collegi e conventi si susseguono uno dietro l’altro. Ci si sente minuscoli dinnanzi a quelle costruzioni così imponenti che costringono a camminare con il collo stirato e gli occhi sgranati verso il cielo. La via è incorniciata dall’Arco trionfale di San Benedetto. Un passaggio che sembra avere la stessa funzione di un sipario teatrale e che una volta attraversato lascia spazio alla Chiesa di San Benedetto e all’adiacente convento. Si dice che dalle inferriate delle finestre del convento, si potessero vedere le suore e le aristocratiche che vivevano lì. Soprattutto durante le festività in onore di Sant’Agata, quando gli sguardi di queste donne si accavallavano l’uno sull’altro per conquistarsi la vista del passaggio della Santa.
La leggenda di via dei Crocoferi
Al convento di San Benedetto si sussegue la Chiesa di San Francesco Borgia. Le navate sono impreziosite da cappelle votive in marmo colorato. Qualcuno dei gradini è danneggiato, un peccato visto l’ottimo stato in cui sono conservati gli altri marmi ornamentali. Proseguendo via dei Crociferi si incontra il Collegio dei Gesuiti, in pietra lavica e di fronte, la Chiesa di San Giuliano. La seconda metà di via dei Crociferi è abbellita dall’imponente chiesa di San Camillo e dall’annesso convento dei Crociferi. Pub e ristoranti si susseguono in un clima rilassato fino alla cancellata della fastosa Villa Cerami. La bellezza inebriante del percorso viene accentuata da una leggenda cui vicende si svolsero in via dei Crociferi. Si narra che un giovane catanese, accettando la sfida degli amici, decise di percorre via dei Crociferi in piena notte.
Il Cavallo senza Testa
Fin qui non pare esserci nulla di straordinario in questa storia, ma ecco manifestarsi un elemento di intrigo. Circolava voce che durante la notte via Crociferi fosse abitata da un Cavallo senza testa. Il giovane per dimostrare il suo coraggio decise di compiere il gesto che nessuno prima di lui aveva osato mettere in pratica. Per dimostrare di aver passeggiato in piena notte nell’infestata via dei Crociferi piantò un chiodo nella parete di uno degli edifici monumentali. Ma nel farlo si sentì strattonato dal mantello.
Il pensiero andò immediatamente ad un morso mortale del Cavallo senza testa e, nel giro di un instante, il giovane morì di crepacuore. Non aveva avuto neanche il tempo di realizzare che un Cavallo senza testa non può avere denti per mordere. Infatti lo strattone fu provocato dal chiodo che lui stesso aveva piantato e che aveva incastrato un lembo del suo mantello. In parte rassicurati dal finale di questa storia, non perdete l’occasione di visitare via dei Crociferi, a qualunque orario della giornata.