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STORIA

Rifugi antiaerei di Catania: un viaggio nella storia

Rifugi antiaerei di Catania, la storia

foto illustrativa

Rifugi antiaerei di Catania. Un viaggio alla scoperta dei rifugi costruiti nella città del Liotru durante la Seconda Guerra Mondiale. Conoscere per ricordare. Uno sguardo al passato per valorizzare e costruire il presente perché la tutela del territorio e l’affermazione dell’identità individuale e di quella collettiva passa dalla conoscenza. La conoscenza di una Catania sotterranea di percorsi stretti, lunghi e di luoghi della memoria. Ricoveri per le anime di una città bombardata. Un itinerario virtuale tra echi di una sirena, fiati spezzati e flebili preghiere.

Rifugi antiaerei di Catania: 1941 

Catania, nonostante il «Regio Decreto Legge 24 settembre 1936-XV n. 2121 che imponeva l’obbligo di apprestare un rifugio antiaereo in ciascun fabbricato di nuova costruzione, o in corso di costruzione, ad uso di abitazione», fino al 1941 non possedeva alcun rifugio antiaereo. I ricoveri a disposizione erano: una cantina ubicata a piazza San Francesco; i sotterranei dell’Anfiteatro Romano di Piazza Stesicoro; del Palazzo di Giustizia di Piazza Verga e infine quelli del Palazzo delle Scienze. L’Italia era entrata in guerra il 10 giugno del 1940 e la città, di conseguenza, aveva l’urgenza di creare dei rifugi antiaerei. Furono stanziate grosse somme e molti edifici si dotarono di difese.

Rifugi antiaerei di Catania, Cava Di Ghiara

Cava di rena rossa presso Mascalucia – Foto di Archeo – Fonte: wikimedia

Alcuni scantinati furono rinforzati e l’UNPA (Unione Nazionale Protezione Antiaerea) realizzò diversi rifugi a forma di cilindro in cemento e seminterrati. La questura di via Santa Barbara, la caserma di piazza Verga e la prefettura di via Manzoni furono dotate di ricoveri a carico dello Stato. Le cave di rena rossa (prodotto della cottura dei sedimenti sciolti a opera delle colate laviche) e le grotte di scorrimento, invece, furono trasformate in rifugi dagli abitanti e solo per una piccola percentuale a spese dello Stato.

I rifugi di via Daniele, via Cardì e del Boggio Lera

Il rifugio di via Daniele è il più grande di Catania. Si estende per alcune centinaia di metri ed è tuttora in ottimo stato di conservazione. Dotato di servizi igienici e di pronto soccorso, poteva ospitare centinaia di persone. Una curiosità: all’interno si trova un pilastro centrale a forma di fascio littorio. Quello di via Cardì, invece, in discrete condizioni di conservazione, occupa una vasta porzione di cava. Quello del Boggio Lera, con sede nel monastero della Santissima Trinità, è tra i più interessanti e degno di nota. Realizzato appositamente come rifugio antiaereo con una capienza di 70 persone circa. Dotato di bagno, impianto elettrico e in particolare di attrezzature per la depurazione dell’aria in caso di attacchi chimici.

Rifugio di via Cardì tra i rifugi antiaerei di Catania

Rifugio antiaereo di via Cardì – Sala dei pilastri – Foto di Polfranco

Molti dei rifugi antiaerei di Catania sono stati abbandonati, alcuni inglobati da edifici e altri ancora hanno gli ingressi privati. Rivalutare i rifugi antiaerei di Catania significa conoscere la storia. Dare voce agli stati d’animo dei rifugiati. Leggerne le scritte sui muri. Riconoscere il ruolo degli speleologi e del loro lavoro. Sapere e di conseguenza conoscere e amare.

Info, fonti e approfondimenti

Museo Storico dello Sbarco in Sicilia 1943 – Piazzale Rocco Chinnici

Rifugi antiaerei a Catania, articolo del Centro Speleogico Etneo sul sito cse-speleo.it

La storia dimenticata: i rifugi antiaerei a Catania, video-intervista a Franco Politano, responsabile del Centro Speleologico Etneo a cura di Zammù Multimedia

Rifugi antiaerei di Catania: un viaggio nella storia ultima modifica: 2019-04-24T09:09:26+02:00 da Cristina Gatto

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