Insalata catanese, insalata della nonna o semplicemente “casa”. Un mix di freschezza e gusto, emblema della sicilianità. Pomodorini, cipolla rossa, un po’ di basilico, tanta, tantissima ricotta salata e tanto amore! Un (altro) articolo amarcord intessuto di guizzi e vaneggiamenti.
Insalata catanese, tanto amore!
L’insalata catanese o insalata della nonna profuma di amore e di tradizione. Un piatto semplice, forse addirittura semplicissimo, ma che racchiude l’essenza della “catanesità” in tavola. Versatile, fresco e deciso si accompagna a tutto e può diventare finanche un piatto unico. Lo preparava mia nonna, lo chiedevo a Santa tutte le volte che andavo a mangiare presso la Putia do calabrisi e credo di aver tormentato amici e conoscenti con la preparazione di questa insalata e non solo. L‘insalata catanese è democratica, piace a tutti e può diventare argomento di discussione e ancora di salvataggio.
Metti una sera, una discussione importante sui massimi sistemi o una dissertazione filosofica o ancora una tiritera su un film tedesco con i sottotitoli in russo che avete visto soltanto in quattro in tutto il mondo… chi critica la trama, chi i soliti cliché o chi elogia la critica alla società (argomento gettonatissimo). Ecco che l’occasione si presenta ghiotta: “Maaaaa vogliamo parlare dell’insalata catanese?” Ci saranno commenti, elogi e la discussione sul film sarà azzerata dai sonetti dedicati all’insalata. I più accorti avranno già tirato fuori dal frigo i pomodori, la cipolla rossa di Tropea e sua Maestà la ricotta salata. Perché se sei catanese devi avere queste cose sempre a portata di mano. Non le hai? Non sei catanese. Discorso chiuso. No, non si torna neanche a parlare del film. Commiato.
Pomodori, cipolla e ricotta salata
Gli ingredienti sono: pomodori, cipolla rossa, ricotta salata, un pizzico di sale, un filo di olio e magari anche un po’ di origano dell’Etna. Vi sembra semplice? No, non lo è. Bisogna saper dosare. Questa insalata è roba di alchimia. I pomodori? Il giusto compromesso. Non fate domande. Il catanese sa benissimo quanti metterne. La cipolla? A sentimento, carburante nobile che muove e smuove gli animi e appaga lo stomaco. La ricotta salata invece deve essere tanta, tantissima. Ve lo ripeto: tanta, tantissima. Del resto la ricotta salata non è un formaggio grasso e non vogliamo rischiare di poter svenire, giusto? Giusto. Potete mangiarla come piatto unico, come contorno, come antipasto e secondo me anche come dolce. Per quanto riguarda l’alito il consiglio è quello di lavarvi i denti subito dopo. Se vi saranno rimostranze da parte di un fidanzato o di una fidanzata evidentemente non è la persona giusta, potete mollarla a cuor leggero e “stupparvi na fanta”.
