Forno comunale di Catania. Una storia del 1904. Un racconto che parla della città, dell’allora prosindaco De Felice e di Nino Martoglio. Una storia, ancora, che racconta delle cronache economiche e politiche della città del Liotru. Dell’interesse da parte del Corriere della sera e del settimanale romano La Tribuna illustrata.
In questi giorni si parla e si scrive tanto sull’aumento della luce, del gas e del pane. Ne scrivono i giornali, ne parlano i vicini e la stangata tocca tutti. Leggendo le notizie sui giornali online e vivendo ormai lontana da Catania, ho provato un po’ per gioco, un po’ per curiosità, a fare una ricerca. Ebbene, ho trovato una storia che non conoscevo. Una storia che parla del 1904 e del forno comunale di Catania. In quell’anno, dopo i continui aumenti del pane da parte dei panificatori, Giuseppe De Felice Giuffrida, prosindaco, decise di realizzare un forno comunale.
Forno comunale di Catania, 1904
Il forno aveva tutti i requisiti previsti in materia di igiene e con una scelta del personale di qualità. Fu il primo panificio d’Italia che poteva contare ben 500 fornai. La produzione di pane si aggirava sui 60.000 chili al giorno. Le farine utilizzate tra le migliori, semola Taganrog e maiorche. Per due anni i catanesi mangiarono il miglior pane al prezzo più basso d’Europa.
La sede era ubicata in Viale della Libertà dove era già presente un panificio. L’idea e l’esperimento di Giuseppe De Felice fu rivoluzionario. Si interessò il “Corriere della sera” e anche il settimanale romano “La Tribuna illustrata”. Il «grande avvenimento» del forno municipale, trionfante traverso a mille difficoltà, rancori, accuse, pregiudizi, grazie alla «influenza personale dell’on. pro-sindaco e della sua straordinaria popolarità nelle classi operaie che hanno per lui una devozione senza confini» di contro, scatenò le ire dei panificatori.
Ritenendosi danneggiati e spalleggiati da alcuni avversari politici di De Felice, si opposero aspramente. Nel 1906 il forno comunale dovette cessare l’attività. Nino Martoglio, deluso e amareggiato per la chiusura, diede la colpa al nuovo prefetto Adriano Trinchieri e scrisse per lui: “Siti d’averu chiddu ca si dici la vera effigi di lu nannalau.”(Siete davvero quello che si dice, il vero ritratto di un imbecille).
Fonti, info e approfondimenti
Il pane municipale di Catania – «Corriere della Sera», 5 febbraio 1905 – Cronache economiche e politiche di un trentennio (1893-1925), vol. II, Einaudi, Torino, 1959, pp. 194-198
Il panificio catanese – post sulla pagina Conoscere Catania curata da Pippo Costanzo
Giuseppe De Felice Giuffrida, il prosindaco che fece grande Catania – Articolo di Santo Privitera su La Sicilia del 28 Luglio 2020
Post e foto sul forno comunale della pagina facebook C’era una volta in Sicilia