Chiesa di San Benedetto in via Crociferi: meraviglia del Barocco catanese

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Chiesa di San Benedetto in via Crociferi: meraviglia del Barocco catanese

San Benedetto Facciata

La Chiesa di San Benedetto, che abbellisce l’iconica via Crociferi, costituisce uno degli emblemi più eclettici e apprezzati del Barocco catanese, soprattutto in riferimento alla pittura. Oggi scopriamo la storia e le caratteristiche di questo meraviglioso edificio, dedicato a San Benedetto da Norcia. L’ordine dei Benedettini ne fece una manifestazione del proprio potere e prestigio in città. Ancora oggi è sede di un monastero di clausura delle monache benedettine.

La storia della Chiesa di San Benedetto di Catania

Fondato nel 1355 su un’area romana in cui era localizzato un tempio pagano, questo primo nucleo sorse in prossimità dell’antica e scomparsa chiesa bizantina di Santo Stefano, poco distante dalle Terme della Rotonda. L’area divenne proprietà delle badesse che fecero costruire l’intera struttura. La chiesa subì numerosi danni per via del devastante terremoto del 1693; l’edificio fu riedificato tra il 1704 ed il 1713, completato nel 1747. Sulla struttura intervenne nel 1763 anche il Vaccarini. Tutto il complesso subì danni anche in seguito al secondo dopoguerra ed è stato oggetto di vari restauri. Oggi appartiene all’ Unesco che lo tutela come Patrimonio dell’Umanità dal 2002.

Gli affreschi che abbelliscono la Chiesa di San Benedetto.
Gli affreschi che abbelliscono la Chiesa di San Benedetto.

La chiesa di San Benedetto fa parte del complesso conventuale delle suore benedettine. Appartiene al Sito Storico Monastero di San Benedetto che comprende: alcuni locali del Monastero (fra cui anche il parlatorio, presente in “Storia di una capinera” di G. Verga), la chiesa, il Macs (Museo Arte Contemporanea Sicilia) e una domus romana.

Leggende

Il complesso conventuale comprende pure la Badia Maggiore (che si trova davanti la chiesa) e la Badia Minore (di fronte la chiesa), collegati tra loro tramite un ponte che abbellisce via Crociferi e di cui costituisce uno degli accessi. Presente anche l’iconico arco di S. Benedetto. Si narra che esso fu costruito addirittura in una sola notte. Proprio in quest’area si colloca la famosa leggenda catanese del “cavallo senza testa”.

Un’altra leggenda popolare porta aventi la credenza che la chiesa dei Benedettini sia collegata tramite un passaggio segreto sotterraneo con il monastero benedettino di San Nicolò. Si dice che i monaci lo avrebbero usato di notte per i loro incontri amorosi con le monache visto che la zona era caratterizzata da tanti monasteri femminili turri allocati nella collina di Montevergine.

L’esterno

La parte esterna della chiesa colpisce per l’altezza e monumentalità. Ad essa lavorarono dapprima Alonzo Di Benedetto e successivamente Vaccarini che l’arricchì con fini dettagli. Particolari anche l’inferriata e il portone ligneo decorato con formelle che raffigurano episodi della vita del Santo. La chiesa ha una sola navata.

Struttura interna

La parte più preziosa della chiesa è proprio l’interno che risalta per l’apparato pittorico e decorativo. Ad esso si accede da una bellissima ed imponente scalinata d’ingresso. L’interno colpisce per la sua straordinaria ricchezza e bellezza figurativa per gli affreschi realizzati dal pittore messinese Giovanni Tuccari, l’Immacolata di Sebastiano lo Monaco e Il San Benedetto di Michele Rapisardi e un’opera di Matteo Desiderato. Altri artisti che operarono all’interno di questa chiesa furono: Guglielmo Borremans, Giulio Gallo e Giovanni Petrosino. Risaltano anche: l’altare del S.S. Crocifisso e l’affresco sul Martirio di S. Agata e di S. Placido, di autore sconosciuto, risalenti al 1726. Presente anche un prezioso altare maggiore, costruito in marmo policromo con intarsi di pietre e formelle in bronzo. Preziosi anche i pavimenti in marmi policromi intarsiati. Nell’abside l’altare in diaspro siciliano, la coloratissima roccia silicea, intarsiata in oro ed argento. Dalla parte opposta una cantoria del 1712 in legno ed oro zecchino.

Lo scalone marmoreo tardo barocco con la porta che introduce all'interno della Chiesa di San Benedetto.
Lo scalone marmoreo tardo barocco con la porta che introduce all’interno della Chiesa di San Benedetto. Foto di S. Portale

La Scalinata degli Angeli

Fra le particolarità di questo gioiello barocco si annovera il portico con lo scalone marmoreo d’ingresso, che immette all’interno dell’edificio, noto come la “scalinata degli angeli“. Esso si presenta come un ambiente coperto da una volta a crociera, con dei finestroni, pavimenti policromi. La scalinata e l’ambiente risalgono al 1712. Si trova una sinuosa balaustrata sui cui piedistalli poggiano 8 angeli realizzati da Niccolò Mignemi in stucco marmoreo nel 1763.

Le decorazioni sono tutte in stucco in stile rococò. Degli 8 angeli che adornano l’ambiente si riconoscono l’Arcangelo Raffaele e l’arcangelo Michele. Presenti anche iscrizioni decorative realizzate nel 1764.

La maestosa scalinata marmorea con gli 8 angeli e gli stemmi dedicatori che immettono all'interno della Chiesa di San Benedetto
La maestosa scalinata marmorea con gli 8 angeli e gli stemmi dedicatori che immettono all’interno della Chiesa di San Benedetto.

Particolare anche la vetrata artistica che fa accedere alla chiesa recante i vetri incisi raffiguranti San Benedetto e Santa scolastica con sculture e cornici in stile; il tutto è opera di Carmelo Abate che le ha realizzate nel 1950.

Si tratta di una struttura in legno dorato, realizzata dopo che il paravento originario della chiesa – tipico delle chiese monastiche e posto alla base della scalinata – venne rimosso.

I 22 metri di affreschi che rendono la Chiesa di San Benedetto di Catania Patrimonio dell'Umanità Unesco dal 2022.
I 22 metri di affreschi che rendono la Chiesa di San Benedetto di Catania Patrimonio dell’Umanità Unesco dal 2022. Foto di S. Portale

Gli affreschi

Ad una sola navata, la volta è completamente decorata con scene della vita di San Benedetto, realizzati da “il fulmine del pennello” Giovanni Tuccari, ma anche dal Lo Monaco e dal Rapisardi. Si tratta di ben 22 metri di affreschi.

Tuccari nel XVIII sec, in soli tre anni, dal 1726 al 1729, dipinge sulla volta le storie del santo di Norcia e sei Allegorie che incorniciano il Trionfo di San Benedetto. I tre principali momenti della storia di San Benedetto raffigurati sono: il viatico, la gloria e l’ascesa al cielo. L’affresco è completato da figure di papi e vescovi appartenenti all’ordine principale ed a quelli che si ispirarono alla regola benedettina, come i vallambrosiani ed i cistercensi, e da sovrani che difesero la fede come Carlo Magno. A contornare gli affreschi della volta, Giovanni Tuccari inserisce alcuni miracoli come quello della falce. In un altro affresco si vede San Benedetto seduto in trono riceve Totila re dei Goti.

Nella volta del presbiterio il pittore messinese realizza l’Incoronazione di Maria Vergine.

Fra i meravigliosi affreschi del Tuccari all'interno della Chiesa di San Benedetto emerge quello del presbiterio con L'Incoronazione di Maria Vergine
Fra i meravigliosi affreschi del Tuccari all’interno della Chiesa di San Benedetto emerge quello del presbiterio con L’incoronazione di Maria Vergine.

Sembra quasi di trovarsi al cospetto delle figure e dei colori che adornano alla Cappella Sistina. Spiccano il dinamismo e l’esplosione di colore, l’uso e la miscela di colori e giochi di luce tipici del Tardo Barocco siciliano. Quella di San Benedetto è una delle chiese più rappresentative del territorio catanese.

Gli altri affreschi

Presenti anche gli affreschi del martirio di Sant’Agata e di San Placido entrambi a metà navata, l’uno di fronte all’altro risalenti al 1726 ma di autore ignoto. Quello di S. Placido è abbastanza rovinato. Nitido quello che raffigura il martirio della santa patrona catanese.

I restauri

Nel corso del XIX secolo, gran parte degli affreschi della chiesa di San Benedetto vennero rivestiti di intonaco dall’architetto Battaglia a causa di un cambio nel registro stilistico in voga.

I bombardamenti che colpirono nel 1943 la città di Catania durante il secondo conflitto mondiale causarono danni alla struttura. L’impatto fece venir giù l’intonaco ed emersero gli affreschi. A occuparsi del restauro nel 1948 furono i pittori Milluzzo e Ranno i quali, operarono ridisegnando due dei protagonisti della scena con le loro sembianze e, ad imperitura memoria del lavoro eseguito, scrissero i loro nomi e quello dell’architetto, Armando Dillon.

La cantoria a poppa di nave che impreziosisce la Chiesa di San Benedetto
La cantoria a poppa di nave che impreziosisce la Chiesa di San Benedetto. Foto di. S. Portale

La cantoria

Si tratta del luogo per eccellenza della preghiera monastica. Era proprio da qui che le suore assistevano alla messa. Si tratta di una struttura lignea a doppia grata risalente al 1712. La cantoria sembra riprendere nella struttura la poppa di un galeone spagnolo soprattutto perchè costruita da manodopera abituata a lavorare nei cantieri navali.

La cantoria è a doppia tribuna e corrisponde a due ponti di servizio: la parte superiore per le novizie, la parte inferiore per le monache. Permetteva anche un perfetto miscuglio delle voci.

Emergono i bellissimi trafori e arabeschi; nella sommità della struttura si trova lo stemma abbaziale benedettino del cappellone pastorale.

Il parlatorio settecentesco

Il parlatorio era il luogo in cui avvenivano gli incontri fra le suore di clausura ed i parenti in visita. Si trova prima di arrivare alla chiesa ed è l’unico ambiente monastico visitabile. Accanto si trova la porta che immette nel monastero. Nei corridoi sono presenti anche dei pianoforti di foggia settecentesca.

L’ambiente del parlatorio è a pianta quadrata. Si trovano sette aperture protette da grate che facevano in passato da cerniera tra la “clausura” e il mondo esterno. Un pavimento con disegno geometrico in cotto e pietra calcarea arricchisce la stanza. Al centro della volta campeggia un affresco di San Benedetto.

Il parlatorio del 1700 che introduce alla Chiesa di San Benedetto di Catania
Il parlatorio del 1700 che introduce alla Chiesa di San Benedetto di Catania.

Qui Giovanni Verga ha ambientato il suo romanzo epistolare del 1871 “Storia di una capinera”, portato al cinema dal grande regista Franco Zeffirelli nel 1993. Vi proponiamo la parte del romanzo verghiano che riproduce questo ambiente:

Marianna! Quello che provai allorché scorsi il mio babbo adorato che mi aspettava in parlatorio! quello che provai allorché appoggiai le mie mani tremanti a quella grata!… non saprei dirti! Avrei voluto buttarmi fra le sue braccia e quella grata dura e fredda stava li, fra noi, fra il padre e la figlia che si rivedevano dopo esser stati sul punto di non rivedersi mai più“…

Non vi resta che conoscere e ammirare questa meraviglia che arricchisce la nostra città!

info per la visita guidata su: sito storico Monastero San Benedetto.

fonti: Chiesa di San Benedetto a Catania: storia, arte, spiritualità di monsignor G. Zito. Pagina Facebook: sito storico Monastero di S. Benedetto. Foto di S. Portale.

Chiesa di San Benedetto in via Crociferi: meraviglia del Barocco catanese ultima modifica: 2022-02-22T09:02:51+01:00 da SABRINA PORTALE

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